X-TERRA LAKE GARDA

Marco Mangiarotti Race Report _ 27 maggio 2018

Marco Mangiarotti @ X Terra Lake Garda

Race Report >  “Beep Beep … Mangiarotti is Back!”
testo di Marco Mangiarotti, ndr by Presidentissimo DNL, beep beep by micro

PREMESSA [ndr, dove eravamo rimasti?]

Prima di Domenica scorsa, l’ultima mia gara di Triathlon risaliva a quasi 2 anni fa.
A Luglio 2016 arrivavo 4° assoluto dietro a Salini, Casadei e Biagiotti…tre “big” in Italia…quel podio mi è rimasto in testa fino a Domenica scorsa.
Un mese dopo quella gara, proprio il gg del compleanno di mio figlio Mattia, esco di strada con la mia Ducati a quasi 100km/h, mi cappotto, la moto mi schiaccia a terra, e poi capriole, scavalca il guardrail e vola via nel fiume “Taro”.
Io resto a terra appoggiato al guardrail. In pochi secondi mi ritrovo azzerato, cosciente…sento i piedi…le mani, riesco a muovere il collo…mi fa male ovunque, ma non posso muovermi…sull’asfalto, sotto il sole di agosto, mi chiedo “e adesso?!” …ho paura di non farcela stavolta…sapevo di avere tutte le protezioni del caso dalla vita in su, e più passano i secondi ed i minuti trovo di nuovo lucidità.
Subito si fermano una decina di passanti, vengo soccorso, mi faccio passare il telefono (funziona ancora nonostante le botte!) chiamo Barbara che è altrove in auto con i bambini (non volevo che si sentisse dire da qualcun’altro che avevo avuto un incidente, volevo farle capire che anche stavolta ce la avremmo fatta).
Mentre parlo al telefono ancora con su i guanti, vedo il sangue…mi rendo conto che la mano destra è aperta…
Ah già c’è anche il diabete… Il microinfusore si è salvato, le glicemia è 120 credo… [oh, ‘sto Mangiarotti è in normoglicemia anche mezzo tramortito, ndr] quello è l’ultimo dei miei problemi.
Ne esco con 13 fratture, il bacino è praticamente diviso in due, acetabolo, rotula, scapola, mano, ovviamente un buon numero di costole… terapia intensiva…
Se son tornato com’ero lo devo ad Andrea. Oggi è il primario di ortopedia della struttura che mi ha curato le settimane successive all’incidente…15 anni fa vincevamo in squadra insieme la 24h MTB di Cremona [.. se non lo sapevate, Mangiarotti andava forte anche prima …,ndr]
E’ lui che rimette insieme i cocci delle mie disavventure. Ed anche stavolta c’è riuscito. Sin da subito mi ha detto che dovevo solo portare pazienza, ma si sarebbe tutto sistemato. Che il bacino si sarebbe “riunito”, che sarei tornato a correre, magari non forte come prima, o forse si…Le sue scelte, che potevano anche essere considerate discutibili, alla fine si sono rivelate azzeccate.
Ad esempio la scelta di non operarmi alla rotula, visto che tanto sarei rimasto bloccato a letto per mesi, mi ha risparmiato traumi e fastidi inutili. La fiducia nella mia capacità di recupero, di lasciarmi fare quando si poteva e frenare la mia smania di accelerare i tempi quando non si poteva, tranquillizzarmi quando le RX mostravano dopo mesi ancora tutte le fratture aperte…gli devo molto.
2-3 mesi bloccato a letto…sempre…sempre…poi finalmente in sedia a rotelle, potevo andare in piscina…faceva male ma pian piano torno a nuotare… poi carrello ascellare, stampelle, fisioterapie, spinning,…finalmente a inizio 2017 posso tornare a camminare, e poi palestra.
Ah già c’è anche il diabete… bloccato a letto ho aumentato la basale di circa il 60%, come l’insulina ai boli. Il fatto di avere giornate abbastanza piatte e monotone semplifica tutto, quindi anche durante la riabilitazione, il diabete è stato l’ultimo dei miei problemi […il buon compenso preesiste, attinge e sopravvive alla pratica sportiva, ndr]
Esattamente un anno fa…riprovo a “correre”…credo di non aver mai corso in vita mia sopra i 6’/km…[…ehm ehm, abbi pietà per i tapascioni,ndr] ogni volta che provavo, migliorava sempre un po’, ma il dolore era sempre persistente, sentivo delle spade che mi trafiggevano nella zona pubica, ci volevano quasi 2 settimane per farlo passare e riprovare.
A Novembre dell’anno scorso mi son sentito pronto per fare qualche 1000m tirato. Ormai riuscivo a correre a 4.15″ in andatura…ne provo 3×1000 con recupero 500m a 5’/km. Li giro tra 3′.34″ e 3.38″ [e i tempi di Mangiarotti sono veri, mica arrotondati, ndr] e solo una impercettibile punta di dolore. Forse esagero, ma mi sento rinato…tornato… Appena lo vedo lo racconto ad Andrea… Grazie!
XTERRA:
Volevo rientrare solo quando fossi stato davvero pronto. In uno degli olimpici adatti a me…con salite…e corsa filante…
E invece ho ricominciato da dove ho cominciato quasi 10 anni fa… 2009 Campionato Europeo XTERRA ad OROSEI in Sardegna è stato il mio primo triathlon olimpico.
Diabetico [#ditipo1, specifichiamo Mangiarotti o ti mandano a fare lo spot per la giornata mondiale del diabete che sembri uno con il diabete di tipo 2 come è capitato a me anni fa … mai più mio Dio, ndr] , neofita triatleta, ma buon duatleta, si qualificava “con un po’ di fortuna” per MAUI e si innamorava del triathlon.
L’XTERRA di Toscolano, è organizzato dalla mia squadra. Un paio di mesi fa un amico mi dice di voler rinunciare alla sua iscrizione, mi viene in mente OROSEI, mi piaceva l’idea di riprendere come allora, e decido di prendere il suo posto. Me ne pento quasi subito, perchè mi rendo conto che anche se sono in forma, non sono fisicamente e tecnicamente preparato per una gara così traumatica, tecnica e faticosa come questo XTERRA. Ma la sfida mi entusiasma, così riprendo in mano la MTB che avevo messo da parte da vari mesi, e cerco di ritrovare il prima possibile un buon feeling con il fuoristrada. Mi manca completamente anche il trail run [ma chiedo consulenza al presidentissimo per questo, ndr], ma decido di non fare preparazione specifica e di improvvisare in gara un po’ come viene [mente sapendo di mentire … si è allenato duro come non mai, parola di presidentissimo, ndr]
Domenica mattina ero davvero teso, scopro che a nuoto faremo circa 1800m divisi in due giri, con uscita dall’acqua, corsa sulla spiaggia e tuffo in corsa alla americana per il secondo giro…molto scenografico, ma non certo semplice da gestire.
2 giri di MTB 34km in tutto con circa 1300m di dislivello tecnicamente molto impegnativi (ovviamente provati un paio di volte nei gg precedenti, si fanno ad una media di circa 16km/h) [..anche il Mangia prova il percorso come gli atleti top, ndr] e 11km e 450m di dislivello di vero trail con salite spaccagambe, e discese ripide su pietraia.
Forse la gara fisicamente più impegnativa a cui io abbia partecipato. Molto più dei vari mezzo ironman o degli altri XTERRA che ho avuto modo di correre.
600 iscritti, prima partono 60 pro (circa 60% stranieri),  2 minuti dopo i 200 age group dai 20 ai 40 anni, quindi dopo altri 2 minuti io con tutti gli altri over 40. In ultima batteria.
Ho corso per più di 10 anni in MTB e so bene che in fuoristrada, partire in prima griglia è fondamentale per fare una buona gara. Devo assolutamente fare bene il nuoto per cercare di passare quanti più avversari possibile ed arrivare più avanti possibile al primo giro di MTB.
Sono davvero teso e preoccupato per le code, e la difficoltà del percoso…ma concentrato. Mi isolo come faccio sempre nelle ore prima della partenza, mi corico all’ombra e mi concentro e aspetto il momento. Mi carico. Nel frattempo Barbara capisce bene la situazione ed è fantastica nel proteggermi e gestire i Ns bimbi/gremlins devastanti, permettendomi di rimanere tranquillo.
 
Glicemia e integrazioni CHO pregara:
Ore 8.00 5u insulina e colazione abbondante ma non troppo, con un panino al prosciutto [saranno si è no 45 gr di cho, alla faccia dell’abbondante … è il giusto, di più non serve!, ndr]
Alle 10.00 la glicemia comincia a salire per la tensione, faccio un bolo di 2u.
Alle 11.30 il mio programma pregara, prevede 4u e panino al prosciutto [e vai di paninazzi da 45 gr di cho! ndr]
Glicemia dai 220 comincia a scendere.  E’ come facevo due anni fa…
Alle 13.00 glicemia a 130 in blanda discesa. Bevo un succo come da programma [immagino sia il brick dei bambini, da 27 gr cho, alla faccia delle maltodestrine, ndr]
Faccio un bagnetto rinfrescante in attesa della partenza prevista alle 13.30
Imposto la basale al 50% 0.3u/h [al 50% cari microinfusi e addetti ai lavori, avete capito, NO MICRO OFF!, ndr] e decido per la prima volta in un triathlon di tenere il micro collegato in infusione anche durante il nuoto e le frazioni successive [ avete capito bene, micro ON, ndr]
La gara è troppo fisica per pensare di farla senza insulina, senza alimentazione in gara.
E’ necessario mangiare abbastanza per arrivare alla fine della terza ora di gara con energie sufficienti per chiuderla senza svuotarsi. Cristian [sono io il presidentissimo DNL, ndr] , sappiamo bene dopo tanti anni di test con Huber, i vari Doc. & Co. che durante gli sforzi massimali di gara è necessaria una integrazione di insulina superiore [e anche di cho = benzina, ndr] a quella degli allenamenti [stiamo parlando di atleta con microinfusore …bisogna considerare anche la velocità dell’insulina basale … per dire se si aumenta o si diminuisce il fabbisogno di insulina … cmq di sicuro spegnere il micro è una boiata pazzesca e qualche boletto a supporto delle integrazioni subito prima e anche durante la prova sembrerebbe doveroso a maggior ragione con velocità basale ridotta …ndr]
Correre una gara così dura e lunga scoperti di insulina e senza alimentarsi è davvero estremo.
GARA:
Mi metto davanti, di solito parto cauto, ma stavolta ho troppa voglia, non vedo l’ora di partire, son teso, carico come una molla. Parto davvero forte e vedo che stranamente sono con i primi della mia batteria.
Pian piano trovo un passo sostenibile comincio a riprendere quelli della seconda batteria già dopo metà del primo giro. Esco dal nuoto e cincischio un po’ troppo in zona cambio…ma cchissenefrega, tanto la gara è lunga.
Parte la MTB e passo Luca B. che è partito con la batteria prima della mia. Luca è un grande, 2 anni fa, prima dell’incidente, qui a Toscolano, ma aveva dato 5min, ora lo sto passando già solo dopo il nuoto…comincio a capire di stare andando forte.
Ecco il problema, ancora prima di uscire dal paese di Toscolano, sento un allarme provenire da sotto il body, il micro è bloccato e suona ininterrottamente con un allarme ripetitivo. Mentre percorro dei tratti relativamente facili in asfalto, provo a sbloccarlo, a fare qualcosa, ma non funziona, è inchiodato inutilizzabile.
Vorrei lanciarlo buttarlo via, ma ovviamente non posso…se voglio sperare di avere un po’ di insulina nelle prossime ore devo aggiustarlo…[per fortuna che ti sei fatto i boli in prepartenza e la basale ridotta solo del 50, ndr]
L’idea di ritirarmi mi sfiora solo per un secondo, poi decido di provarci.
Farò tutta la gara col micro rotto, senza insulina, senza conoscere la glicemia, senza alimentarmi, sperando che  i boli pregara possano garantirmi un minimo di tenuta [… abbi fede, ndr]
Devo cercare di bere tanto, tutto quello che trovo, idratarmi per tenere più bassa che posso la glicemia, vietati i fuori giri che inchiodano le gambe, vietati i crampi, vietate le accelerazioni brusche. La gara è lunga e ci vuole testa soprattutto adesso.
Sono arrabbiato, ma la gara e la voglia di correre sono così travolgenti che me ne sbatto e corro…resto senza supporti, niente, come piace a me, senza orologio, solo le mie sensazioni e questo caxxo di bip bip che suona ininterrottamente come una sirena e che non riesco a spegnere.
Continuo con il mio recupero, e passo almeno una 50ina di atleti al primo giro…E’ ridicolo, ma il bip bip che risuona, serve come preavviso al sorpasso, e noto che Francesi, Tedeschi, Italiani che siano, si innervosiscono e mi fanno passare più volentieri…il bip bip è internazionale e mi sta dando una mano…assurdo.
Arrivo al punto di ristoro dove trovo Nicola T. che quasi mi abbraccia quando passo, è davvero entusiasta…capisco che sto andando forte. Meglio di quanto si aspettava.
Il secondo giro in MTB lo faccio stando attento a non fare cazzate, cerco di pensare alla frazione a piedi che viene dopo, sono stanco e comincio a sentirmi vuoto.
Continuo a bere a bagnarmi, dovrei vorrei mangiare qualcosa ma sarebbe sbagliato senza insulina. Non ho la minima sensazione di ipoglicemia, quindi non ha senso. Vado avanti così e ripasso dalla zona di ristoro di Nicola…Il suo stupore ed  il suo tifo mi fanno capire che sto andando sempre meglio…e lui è sempre più entusiasta. E’ lui il termometro della mia gara…
Arrivo in Zona Cambio, è quasi vuota, solo alcune bici dei pro…mi rendo conto di avere solo “pochi” pro davanti e pochissimi altri agegroup…prendo fiducia.
Non ne posso più del bip bip del micro rotto. Quando esco dalla zona cambio, comincio la frazione run e mi rendo conto di averlo ancora addosso…nella fretta non l’ho mollato in zona cambio come avrei voluto. Vedo Angelo B. (un mio collega di lavoro che è venuto a vedere la mia gara), è dietro le transenne lungo il percorso, e glielo passo dicendogli di darlo a Barbara…
Finalmente libero da quell’allarme che odiavo, comincio la frazione run con le gambe cotte. Me lo aspettavo…trovo un passo decente ed affronto le salite con una corsa che corsa non si può definire…
Ma è così per tutti. Di solito poco prima della corsa, gli ultimi 10′ in bici, smetto di bere e mangiare, perchè poi mi si pianta sullo stomaco, qualunque cosa, acqua etc.
Oggi invece ho dovuto mangiare sali, tanta acqua, e anche in corsa devo per forza bere se voglio provare a tenere un po’ più bassa la glicemia evitando la disidratazione [diciamo che forse non c’è proprio correlazione, ma siccome il dubbio era di essere alti, iperglicemia e disidratazione non vanno d’accordo, quindi meglio essere idratati, ndr]
Lo stomaco mi fa male, e per evitare le fitte trovo un passo adeguato che mi garantisce una buona corsa. Tutto sul filo, ma non posso lamentarmi troppo…le salite e le discese sono così ripide e tecniche che il limite non è il fiato, ma il muscolo, ciò mi permette di non avere problemi digestivi, di bere e di respirare comunque. So di essere in forma a livello di resistenza devo solo ascoltare le gambe.
Faccio l’ultima salita denominata dalla gente del posto “la morte nera”, anche camminando. Dopo quella comincia una lunga discesa, e gli ultimi 4-5 km sono tutti in piano o quasi.
Devo arrivarci con le gambe ancora sane, per spingerli come sono abituato a fare in pianura.
Comincia il tratto finale più adatto a me…so che ormai è finita, si tratta solo di spingere. Ora è il momento di dare tutto, pensare a quelle cose che ti danno la carica, smettere di guardarsi dietro e spingere.
Ripasso una ultima volta da Nicola, e stavolta mi accoglie con un urlo di gioia misto a stupore, ho davanti a me un pro poco più che ventenne, e gli sto tenendo l’andatura…
Penso che sto andando bene, metto la marcia più veloce che posso, e continuo a cercare carica nei miei pensieri.
Arrivo sul traguardo e gli ultimi metri batto il cinque a miei bimbi Giorgi e Matti, a Barbara ad Angelo, e a tutti gli amici che sono venuti a vedermi.
3h18’…2° di categoria, 6° age group, 10° Italiano, 27° assoluto (su 600, si intenda, ndr).
A 30′ dal primo. A poco più di 20′ dal campione europeo under 23 e da quello Italiano…
A chi me lo chiedeva dicevo che prevedevo di metterci tra 3h15′ e 3h.20’… Programma rispettato!
Distrutto, sono svuotato. Mi rendo conto di essermi però tenuto quel margine che mi è servito per gestire muscoli e cuore anche senza il carburante, fino alla fine. E sto bene. Non ne ho più ma sto bene.
Stefano D. è sul traguardo. Mi fa i complimenti, dice che sono andato forte. Lo stimo un sacco, è un vero esperto del triathlon offroad, spesso tra i primi 3 ai campionati ITA, una sola volta l’ho battuto, e oggi non ha corso perchè era in veste di allenatore. Il suo apprezzamento per la mia gara mi fa capire che ho fatto davvero qualcosa di buono.
Dopo circa 5′ arriva Luca B. Gli do il 5, pacche sulle spalle, ci congraturiamo a vicenda.
Poi mi dice: “Mangia, caxxo, sapevo che avevi avuto un incidente in moto, e oggi sei tornato più forte di prima! Grande!”…Luca, questa non me la dimentico.
Poi dal pubblico se ne esce Eric, altro triatleta, ex compagno di squadra di vecchia data che mi dice: “…allora si va a MAUI!!” [occhio Sciorty, che se viene il Mangia ti fa il mazzo tanto, ndr]
…Che bello essere tornato!
POSTGARA:
Ora è il momento di pensare a come farmi dell’insulina il prima possibile.
Sono arrabbiatissimo non ho neanche il tempo di godermi il traguardo.
Il micro provando in tutti i modi, non va e l’assistenza non risponde… non posso farci niente e non dipende da me…
Il tempo di bere una bottiglietta d’acqua, senza potermi ancora alimentare, e sono dall’assistenza medica a cercare una soluzione. Naturalmente non hanno insulina a disposizione, dovrei cercare una farmacia, ma sono le 17 di Domenca e a Toscolano son tutte chiuse. Pronto soccorso è a Salò…Per strada non ci si muove per il traffico. Lo so che avrei dovuto essere previdente e portare con me una scorta di emergenza, penne etc. ma è facile dirlo con il senno di poi, e non si può sempre andare in giro con un camion di roba come vorrebbero i soliti Soloni…
Cerco Barbara tra la gente dietro le transenne, le dico di recuperare i bambini, ed andare alla macchina.
Invece di riposarmi recuperare dopo l’enorme sforzo, sto camminando ancora bagnato sudato ancora in body in giro con i medici alla ricerca di una soluzione…cazzo.
L’assistenza medica mi propone di portarmi con ambulanza e sirene accese, rifiuto perchè lo trovo assurdo [Mangia, per fortuna che li hai bloccati … altrimenti altro che emancipazione dell’atleta con diabete di tipo 1 … queste cose lasciamole a certi testimonial del diabete di tipo 1 di livello nazionale che ben conosciamo, ndr]
Io sto bene e non c’è motivo, rispondo che so cavarmela da solo. Intanto misuro la glicemia: 90.
Sono da 4h senza insulina…mi sarei aspettato 300…e invece la mia tattica di bere molto, di non mangiare, del bolo 2h prima della gara con il panino, ha funzionato benissimo. Mi sento sollevato…ho qualche ora di margine [ la potenza della sensibilità all’insulina dopo la pratica sportiva e dell’insulina residua?, ndr]
Mi permettono di recuperare la bici in zona cambio anche se la gara è ancora in corso, e scappo alla macchina dove Barbara ha già sistemato quasi tutto.
Decido di provare ad arrivare fino a casa mia a Cremona, dove ho la mia insulina e tutto ciò che mi serve, invece che andare alla ricerca di un fantomatico prontosoccorso sul lungo lago. Finalmente alle 20.30 arrivo a casa, ho 160 dopo quasi 8h senza insulina ed un XTerra in mezzo… davvero incredibile…sono stupito!
Mi faccio finalmente dell’insulina ed alle 21 comincio pian piano ad alimentarmi di nuovo…
Cristian, lo so che ti piacerà quello che sto per scrivere…
Questa gara meritava un approccio differente, io l’ho dovuta affrontare così per necessità, ho fatto una scelta e mi è andata bene…credo di aver dimostrato che prima della tecnologia, prima della terapia, viene sempre l’uomo, l’atleta…consapevole della propria condizione…diabete o meno… [mind first, ndr]
E nonostante il micro rotto…una volta decisa la mia nuova strategia di gara…ho solo ascoltato me stesso…consapevole, con il diabete, ma come se fosse senza diabete, solo con i miei pensieri e le mie motivazioni mentre correvo [chi fa i compiti a casa, chi fa i conti con il diabete di tipo 1, chi si sa gestire, chi si sperimenta, chi condivide, chi ascolta, può prendere decisioni coraggiose senza strilli e in totale autonomia … e può rimediare a qualche imprevisto con scelte consapevoli e responsabili che riguardano la propria salute e la propria vita anche quando di mezzo c’è il farmaco salvavita “insulina”, ndr]