LUISA @ ORSA ULTRA 50K 3000 D+
27 MAGGIO 2017 – ORSA ULTRA
BRENTINO BELLUNO (VR)
50 Km + 3000 m…ma poi dicono fosse 48 Km + 3400 m
“NULLA E’ BANALE PER CHI NON E’ BANALE.
NON C’E’ RIPETIZIONE PER CHI RIESCE A CRESCERE OGNI GIORNO,
PER CHI NON SI ACCONTENTA DI SE STESSO, E INSTANCABILE,
RITOCCA, CORREGGE, AMPLIA, METTE A PUNTO,
AZZARDA, SCOPRE.
BISOGNA ESSERE IRREQUIETI.
BISOGNA VIVERLO CON UN CERTO FERVORE IL TEMPO,
COME FOSSE TUTTO UTILE, TUTTO BUONO, TUTTO NECESSARIO.
ESSERE ESIGENTI: CON SE STESI, CON GLI ALTRI…
TUTTO E’ ANCORA POSSIBILE…”
(Lidia Ravera)
Per il mio 37° compleanno (28 maggio) mi sono fatta un gran regalo. Un regalo che non è visibile, non è tangibile ma che per me ha un valore inestimabile.
Per una persona che come me vive da oltre 35 anni con una patologia cronica che significato assume il tempo, il tempo che passa? Quali sono i pensieri e spesso le paure che si associano alla dimensione temporale? Non mi va di soffermarmi a lungo su questa tematica che è strettamente legata al vissuto personale di ciascuno. Mi permetto di portare qui la mia testimonianza.
Vivere un’intera vita con una patologia cronica che, se non viene gestita in modo ottimale può causare danni permanenti, porta con sé spesso tutta una serie di paure con le quali io stessa mi sono trovata a fare i conti. La paura che il mio corpo con il tempo “si deteriori” nei vari organi e apparati, la paura di perdere precocemente la mia autosufficienza, la mia libertà, la mia spensieratezza, i miei progetti. E questi pensieri, che hanno avuto il potere e la forza di influenzare negli anni il mio stato emotivo, le mie scelte, le mie azioni, le mie reazioni, mi hanno sempre posta rispetto ai miei compleanni con gratitudine e gioia ma anche con una sorta di timore, insicurezza, interrogativi senza risposta rispetto al tempo che passa. E perché tutto questo?! Perché io vengo, come sovente accade con i giovani, da un’adolescenza in cui la gestione della patologia è stata disastrosa, tutt’altro che semplice… e il diabetologo mi dava una prospettiva di vita tutt’altro che rosea… da qui derivano proprio le paure di cui accennavo sopra, che la mia mente ha alimentato nel corso degli anni. Quello che io racconto può essere condiviso oppure no: c’è chi si può rispecchiare e chi no. Scrivere di me, delle mie esperienze, delle mie elaborazioni, mi emoziona molto ogni volta, mi scuote, perché implica “mettersi a nudo”: parlare del proprio vissuto implica parlare della parte più intima, più delicata, più nascosta, spesso più mascherata di sè.
Io credo fortemente nell’importanza di donare reciprocamente il proprio vissuto. Credo abbia un potere “terapeutico” per chi dona ed anche per chi riceve. E’ arricchente, abbatte barriere, ci rende autentici. Ognuno di noi, rispetto ad un esperienza di vita analoga alla mia, avrà pensieri, riflessioni e sentimenti diversi. Non esistono esperienze personali “giuste” o “sbagliate”: ad ognuno il proprio percorso, nella sua unicità. Io non ho in tasca la Verità oppure l’esperienza più corretta nella gestione della patologia e dello sport. Io non sono “arrivata” ad una meta…sto procedendo come tutti…e non sono migliore di nessuno.
Per me questo compleanno è stato molto diverso. Questo compleanno nasce da un lavoro lento, paziente, a livello interiore che ho consapevolizzato in tempi recenti. E mi sono ritrovata al mio 37° compleanno serena, calma, distesa, carica come non mai. E pare che ci sia arrivata con una fioritura anche a livello fisico niente male… mai come di questi tempi vedo donne arrapate dal mio lato B, che mi fermano e si complimentano “Gran bel culo!” … ah ah ah!!! “Ma sei tutta muscoli! Oddio ti si vede il bicipite solo se prendi in mano il cellulare!”…”Ma che sport fai per avere un fisico così?!”… donne… Keep Calm and sappiate che la cellulite ce l’ho pure io e tra non molti anni anche il mio corpo si ammoscerà e riderò, riderò, riderò, ripensando ai commenti… Muoio dal ridere… Comunque grazie… 1 metro e mezzo di muscoli sodi… ah ah ah!!!
Non ho più paura del tempo perché lo sto investendo come meglio credo: vivo “qui ed ora” con ironia, ottimismo, progettualità, leggerezza, scegliendo consapevolmente cosa fare, le esperienze che desidero per me stessa, che mi nutrono ad un livello profondo oppure che mi divertono, esperienze che mi gratificano e che mi mettono in contatto con il mio Sé e danno vita alla mia vera essenza.
Da questo Trail non potevo volere di più di quanto ho ricevuto, sotto vari aspetti.
E’ il “come” si fanno e affrontano le cose a fare la differenza, qualitativamente parlando.
Lucida, silenziosa, ironica, serena, risoluta, infinitamente grata, ho tagliato anche questo traguardo.
METABOLICAMENTE
DM1 dal 1982
Terapia multiniettiva: Degludec (Tresiba) 15 U – Novorapid 1:20 colazione; 1:15 pranzo e cena
Ultima glicata 6.9
Il giorno della gara ho usato il sensore Freestyle Libre per il monitoraggio della glicemia, ma ho fatto diverse glicemie anche capillari.
NOTE
- Dal lunedì precedente la gara ho fatto carico di carboidrati ed ho cercato di bere più del solito;
- Nonostante io non mi sentissi in ansia pre gara, la glicemia verso le 9.00 ha iniziato a salire;
- Ad ore 9.35 ho deciso di fare 2 U di insulina rapida aggiuntiva: ho scelto di fare 2 U anziché 1 U perché ho pensato che il trend prima dello start sarebbe stato in ulteriore aumento (causa adrenalina);
- Ho preso l’ultimo gel circa al 35° Km e poi ho integrato con destrosio e la scelta non è stata casuale (non ho la presunzione di dire sia stata una scelta ottimale!!!) Negli ultimi 15 Km il ritmo gara è stato lento, con parecchie discese che ho affrontato con estrema calma (anche nel finale), quindi ho consumato maggiormente lipidi e non glucidi. In definitiva mi son detta: manteniamo la glicemia e integriamo ancora ma in maniera un po’ più moderata. La decisione è stata dettata anche da un altro fattore: con il caldo e la fatica, mangiare e bere ogni ora è stato tutt’altro che semplice a livello di stomaco. Io alla fine non ce la facevo più ad ingerire o masticare cibo. Non tolleravo i sapori forti e quindi ho scelto alimenti “insapori” o poco nauseanti.
- DOPO LA GARA: non riuscivo a mangiare. Ho sciolto in acqua: R PRO ENDURANCE Pro Action (integratore alimentare a base di amminoacidi ramificati, alanina, arginina e taurina. Vitamine, minerali ed estratto di Tè Verde) + MINERAL PLUS ENDURANCE Pro Action (a base di carboidrati ed elettroliti in polvere solubile, con zucchero ed edulcorante. Bevanda isotonica con aggiunta di vitamina C).
Mi preme fare un inciso circa le glicemie in gara
La tabella riporta molti dati: glicemie (rilevate con il sensore e/o capillari), le integrazioni e relativo conteggio di CHO. A guardare la tabella uno può pensare “Che lavoro! Che stress fare una gara pensando e facendo tutto questo!” No, gente! La figata più figa è che io mi sono goduta la gara: tutta la mia esperienza mi è servita per gestire l’attività sportiva usando innanzitutto la testa con rapidità di ragionamento. Non ho passato tutto il tempo a pensare alla glicemia e alle integrazioni. Glicemia, si valuta al momento, velocemente, si integra e via! C’è uno spettacolare percorso da ammirare! Non vorrai sprecare troppo tempo con la glicemia e tutto il resto!!!!
Inoltre, sono felice e orgogliosa di me perché qui non c’era solo la glicemia da gestire ma tutta una serie di fattori e variabili di cui un qualsiasi atleta deve tener conto:
- Bere per idratarsi. Ma quanto e quando bere? Con una giornata così calda poi!!! Ho sempre bevuto a piccoli sorsi durante il tragitto e a tutti i ristori ma contenendomi un pochino quando la sete era tanta! C’è il rischio di bere troppo e poi stare male a livello di pancia.
- Stessa cosa per le integrazioni: è necessario integrare al livelli regolari per stare in piedi, per avere energie. Ma anche qui tra il caldo e lo sforzo, è dura riuscire a mangiare fino alla fine! E allora si cercano alternative, i gusti che riusciamo meglio a reggere, se non riesco a masticare cerco cibi non troppo solidi e dai sapori non troppo nauseanti. Conosco alcune persone che non sono state bene di stomaco oppure che negli ultimi Km sono state costrette a fermarsi per integrare per dei cali di zucchero (e non erano diabetiche!)
AGONISTICAMENTE
In sintesi: ho avuto una piccola crisi dovuta al caldo dopo 30 minuti di gara e di conseguenza anche la testa non mi stava seguendo. Comunque molto soddisfatta di com’è andata fino all’ultimo ristoro (41° Km), poi ho percorso l’ultimissima parte molto più lentamente del previsto.
Questo Trail non era in programma. Conclusa la Garda Trentino Trail (7 maggio), sono alla ricerca di un altro obiettivo agonistico per il mese di giugno. In questo frangente il Presidentissimo di DNL, Cristian Agnoli, condivide nella chat whatsapp di DNL TRAIL RUNNING il link del Trail dell’Orsa, del quale egli stesso è membro dello staff organizzativo. Subito la mia mente dice “No! Il prossimo trail lo corro in giugno! Non mi iscrivo al Trail dell’Orsa!”… Tempo 10 secondi e sono sul sito della gara a sbirciare… “Ma te guarda fanno pure la 50 Km +3000 m… stimolante, davvero stimolante!” inizio a pensare… cellulare alla mano e scrivo subito a Cristian “Ma senti un po’…se mi iscrivessi alla 50 Km?!” Lui già da tempo mi diceva “Ormai sei pronta per una distanza più lunga!” Quindi, ho avuto la “benedizione” dal Presidentissimo per iscrivermi all’Orsa Ultra!
Sabato 27 maggio sveglia ore 6.30, glicemia stabile e iniziare la giornata con il piede giusto mi piace assai! Caffè, mi vesto, salgo in macchina e mi trovo al casello autostradale di Trento con Michele Fagnoni, il fidanzato della mia amica Laura, anche lui iscritto alla medesima competizione (lui è uno che va forte a differenza di me!). Si presenta sbragato in ciabatte e questo atteggiamento rilassato mi fa un gran bene. Salgo sulla sua macchina e mi presenta un pacchetto. Sulla carta regalo la mia Laura scrive:
“SE LA FATICA RESTASSE SEMPRE NELLA MENTE E NEI MUSCOLI,
NESSUNO LA ALLETTEREBBE.
MA SE LA GUARDI COME PASSAGGIO NECESSARIO ALLA RIGENERAZIONE,ALLORA DIVENTA UNA COSA DIVINA.” Rumiz
E’ bastarda questa Laura perché sa come strapparmi una lacrimuccia di commozione alle 8 del mattino… La bella confezione nasconde un paio di gambali fighissimi che Michele mi consiglia di usare il giorno stesso in gara. Sono un po’ scettica sul fatto di utilizzare qualcosa di nuovo in gara… ma decido di seguire il consiglio “dell’esperto”! Infilo i gambali nel mio polpaccione (!!!), faccio colazione e via: destinazione Brentino Belluno.
La giornata è calda: bevo circa 1 litro d’acqua dal risveglio fino a poco prima della partenza.
In zona partenza ritiro il pettorale e il pacco gara e subito trovo Cristian: lui è lo speaker logorroico della situazione! (Bravo lui come tutti i volontari e gli organizzatori di questo Trail!!!)
Tra gli organizzatori incontro pure Francesco Maistri, amico di Cristian, uno che va forte negli Ultra Trail, come il nostro Presidentissimo.
Mi guardo attorno per vedere un po’ i personaggi con cui condivido l’emozione dello Start. Conosco alcune persone della mia zona, tra cui Danilo e Roberto, che incontrerò poi strada facendo… Mi sento nel complesso tranquilla: sono consapevole di quello che posso dare, di quali potrebbero essere le difficoltà… Pronta! “Ci vuole calma e sangue freddo…” lo dice pure una canzone…Partiti ore 11.00 puntuali! Dopo pochi metri d’asfalto inizia una lunga gradinata che decido di affrontare senza esagerare per non tagliarmi le gambe. Dopo circa 30 minuti inizia un saliscendi nel bosco e avverto una grande fiacchezza. Sento il sudore che mi cola dal mento, la maglietta è già fradicia, rallento, mi oltrepassano diverse persone.
Questo è stato fisicamente ed anche mentalmente il momento più critico dell’intera gara. Mi sono demoralizzata ed ero preoccupata per le sensazioni che avvertivo. Mi sono ascoltata, ho accettato che non riuscissi in qual momento a reggere il ritmo, ho rallentato, ho scacciato i pensieri negativi e avanti! Alimentarsi di pensieri positivi aiuta: essi ci sostengono.
Poco dopo monitoro la glicemia con il sensore e vedo che sta rientrando nei range.
Arrivo al primo ristoro: mi ritrovo con diverse persone che mi avevano oltrepassata nel mio momento di crisi e questo mi risolleva. Normoglicemia: integro e mangio limone che mi disseta e rinfresca. Sopraggiunge anche Danilo, lo saluto e riparto con maggiore carica e positività.
Affronto il tratto tra il primo ed il secondo ristoro con un gruppo di persone abbastanza compatto: abbiamo tutti il medesimo passo. Tra loro c’è anche una ragazza: Erica. Scambiamo qualche parola, ci presentiamo, lei si complimenta con me “Che gamba che hai!” (Non che lei fosse da meno! Comunque grazie Erica!) Poco prima di arrivare a Malga Colonei usciamo dal bosco e ci troviamo in un quadro sul quale è dipinto un prato immenso, dagli spazi infiniti colorato da migliaia di fiorellini gialli… quasi ci fermiamo tutti dalla meraviglia e condividiamo la gioia nel vedere tanta bellezza… I colori sono vivi: un vero spettacolo! Il sole picchia forte. Poco dopo sulla strada che ci avvicina alla Malga c’è Francesco Maistri che registra i nostri passaggi. Al secondo ristoro, predisposto a Malga Colonei, raggiungo Roberto, integro, scambio qualche parola e via. Io e Erica proseguiamo con il medesimo ritmo, poi la saluto e la stacco. Ecco che entro nella mia dimensione, nel mio ritmo, nel mio silenzio. Viaggio in vetta, con il lago di Garda alla mia sinistra. Sono così felice che rischio di essere esplosiva: devo contenermi nel risalire…il percorso è lungo. L’entusiasmo, la fatica che diventa piacere, percepisco l’armonia nei miei movimenti ed è la cosa che più mi piace quando cammino in montagna spingendo con i bastoni. Procedo senza sosta, la glicemia si mantiene nella norma. Ottime sensazioni, zero ansia, il sorriso stampato me lo sento da dentro.
Un signore lungo il percorso fa il tifo e mi grida “Hai coraggio! Vai su fino al Rifugio Telegrafo?!”… Io gli sorrido e penso “Per fortuna che non so dove sta questo Telegrafo! Ah ah ah!” Al Rifugio Telegrafo ci sono arrivata più gagliarda che mai, superando qualche atleta affaticato o con dolori di stomaco. Al Telegrafo noto un compattamento femminile: siamo in diverse (5 esclusa Erica che è rimasta indietro). Ripartiamo e poi affrontiamo la prima lunga discesa tecnica. Scendo cercando di non stare troppo rigida e di non perdere troppo tempo e posizioni. Obiettivo raggiunto parzialmente: mi sono sentita un po’ più sciolta di altre volte. Mi hanno superata diversi uomini e una donna: Giorgia. Le altre donne non erano più agili di me.
Finita la discesa tecnica, mi ritrovo in altri prati vasti, che invitano a correre in assoluta spensieratezza. Si arriva a Novezzina, al terzo ristoro. Riparto con un’altra donna e ricomincia la salita. In cima ad una rampa trovo nuovamente Francesco Maistri, mi chiede come sto, gli dico che sto bene e lui sorridendo “Ma guarda, sei il ritratto della salute!”…mi fa ridere… Dopo pochi chilometri oltrepasso la donna e proseguo. Incontro nuovamente Roberto. Si ritorna nel bosco, un continuo saliscendi. Ancora salite e qualche discesa. Si arriva al 41° Km, a Passo del Casello: ultimo ristoro. Mancano circa 7 Km all’arrivo e penso “Ormai è fatta!”…Le utlime parole famose… corro su una strada sterrata molto veloce, mi sento ancora in forze. Raggiungo nuovamente Roberto e lo supero. Poi inizia un sentiero abbastanza tecnico: rallento e procedo con prudenza perché muscolarmente sento l’affaticamento e la stanchezza rischia di farmi inciampare un po’ troppo spesso. Giorgia, che ero riuscita a superare in salita, sopraggiunge e mi supera: lei è più scaltra di me in discesa, io rispetto a lei sono un po’ più forte in salita. Allora mi dico “Non mollare adesso che sta per finire!” e qui esce lo spirito agonistico “Giorgia, ti riprendo sulle ultime salite! Luisa però non devi farti staccare troppo in questo ultimo tratto di discesa!”. In questo frangente vedo mio papà lungo il sentiero “Papà!!!” e lui “Giù, sono tutti preoccupati non vedendoti arrivare!” …mi sale un nanosecondo di nervoso e grido “Papà, non ho mica le ali!!!” Lui “No, no, brava, brava!!!” …ah ah ah!!! Subito inizio ad immaginare mio marito all’arrivo che dice a tutti che lui aveva stimato un tempo non oltre le 8 ore e 30 minuti…il pensiero mi scatena un nanosecondo di delirio e mi sfogo con il primo sfigato che condivide quell’istante di gara con me “No, perché mio marito pensava io finissi la gara entro le 8 ore e 30…beh la prossima volta lo porto con me a fare un Trail del genere e vediamo come se la cava!!!” …e subito rido da sola, consapevole che il mio è uno sfogo legato alla stanchezza…io per prima credevo di stare nelle 8 ore e 30 di gara!!!…elllasciamisfogare!!!!! Momenti di delirio…
Riprendo Giorgia sul tratto pianeggiante a pochissimi Km dall’arrivo. Un pezzo di ciclabile, attraversiamo un vigneto poi le ultime salite: sguardo a terra, sensazione di nausea dalla fatica, qualche parolaccia, mantengo il ritmo lento ma costante e procedo consapevole che sta per finire e che non voglio assolutamente arrendermi ora alla fatica. Una salita… spiana… un’altra salita… spiana… un’altra salita… e avanti così finchè intravedo le prime case di Brentino Belluno e una donna che tiene in mano il cellulare pronta a fare una foto: mia mamma. Mi incita, grida “Dai, forza! Corri!” Mi fa ridere…non si rende conto che ho percorso un’infinità di Km?!?…Corro, si che corro, corro ancora!!! Procedo, sento il suono di una campana e subito sussurro “Elia!!!” e’ lui con la campana sul ciglio della strada che incita tutti e mi aspetta, mi vede, grida contento “Mamma!!!”, si butta in mezzo alla via e corre con me fino al traguardo.
E’ stato un viaggio indimenticabile. Brava, Luisa… in circostanze come questa mi mostri una parte di te che ogni tanto stento a riconoscere … sento che c’è ed è strepitosa!!!
Taglio il traguardo. Cristian, mio marito, Elia, Fagnoni, sono lì ad aspettarmi. Condivido con loro la mia gioia immensa! Racconto loro brevemente com’è andata. Mi guardano e raccolgono le mie prime impressioni… avverto subito dolori all’interno coscia. Dopo un po’ questo tipo di dolore si attenua ed inizio a sentire dolori alla schiena e alle braccia: oggi come non mai ho spinto in salita con i bastoni per alleggerire le gambe. Sopraggiunge qualche crampo alle mani, causato dalla presa dei bastoni lungo tutto il percorso, e qualche altro crampo ai piedi.
Arrivano i miei genitori. Ora, a piedi nudi, mi godo il mio 37° compleanno!
Le emozioni che sento in pancia mi fanno luccicare gli occhi. Auguri e buona vita a me, con voi!
AL TRAGUARDO: 9^ su 18 donne. 75^ su 119 atleti (M+F) che hanno concluso la competizione.
Concluso in 8 ore e 59 minuti.