Marco Mangiarotti …. Type 1 Diabetes Triathlete
FINISHER IRONMAN ITALY
in … 9 h 18 minuti 47 secondi !!!
Premessa:
Quando ho detto a mia moglie Barbara che mi ero iscritto all’ IRONMAN di Cervia, abbastanza contrariata, mi ha risposto: “Scusa, ma tu non eri quello contrario all’ IRONMAN, che diceva che era una cosa troppo estrema, che atleticamente non aveva senso, che era solo per esaltati?! Che era la distanza olimpica la gara che meglio rappresenta il gesto atletico, l’essenza del triathlon…perché ti metti in ballo in una cosa del genere?!”
Si è vero… E’ un gesto atletico estremo che porta all’esaurimento delle proprie forze… una gara che trova il culmine nel correre la maratona per arrivare e non per correrla… Ma… è qualcosa in cui non mi ero mai misurato, che porta al limite la propria capacità di gestirsi, metabolicamente, atleticamente e mentalmente… mi mancava… e soprattutto, mentre quasi nessuno conosce la differenza tra triathlon olimpico, sprint etc. etc… tutti sanno cosa è l’ IRONMAN! Triathlon = IRONMAN è l’equazione che tutti hanno in testa. Viste le mie prestazioni degli ultimi anni nei triathlon olimpici, in tanti erano convinti che se avessi fatto l’ IRONMAN avrei potuto fare e dire qualche cosa di importante. Dopo tanti anni a fare gare di triathlon, non avevo bisogno di dimostrare nulla a me stesso. Non faccio sport per professione, ma nel mio piccolo avevo raggiunto quasi tutti gli obbiettivi realisticamente alla mia portata: le medaglie ai campionati italiani di triathlon olimpico sono per me state una soddisfazione enorme, le medaglie agli italiani di duathlon e le gare vinte ed i numerosi piazzamenti ormai mi avevano dato la consapevolezza che cercavo. Io sono convinto delle mie capacità, certo che un diabetico tipo 1 può primeggiare o esprimere le proprie potenzialità indipendentemente dalla propria condizione di diabetico… però… queste medaglie, le mie prestazioni non sono riuscite a scalfire come avrei voluto i luoghi comuni sulla mia malattia… non riescono a veicolare la mia convinzione, il mio messaggio, nel mio ambito, come avrei sperato… quindi ci voleva un IRONMAN… per il mio orgoglio certamente ma anche per dimostrare nel modo più visibile possibile quello in cui credo: il diabete non è un limite!
Preparazione:
Il mio punto dolente è sempre stato il nuoto, ma nell’ IRONMAN è una frazione con una importanza relativa. Ho impostato la mia preparazione nuotando tutta la stagione con una squadra di nuoto, senza particolari distanze di fondo. Semplicemente ho cercato di migliorare la nuotata. L’importante è non incappare a Cervia in una giornata di mare pessimo, e non avere problemi particolari, gestendo la frazione e risparmiando le forze. Il mio ambiente è la bicicletta, preferibilmente con salita… ma a Cervia non ce n’è… c’è il vento… ho cercato così di avere una bici solida, con vari lunghi e tanto adattamento alla crono. Dovevo arrivare al punto di poter scendere dalla bici con la voglia di spingere ancora… solido e pronto per la maratona. La bici doveva diventare un momento di transizione, un viaggio spingendo forte ma mai al limite… c’è voluto tempo ma dopo tanti allenamenti combinati bici-corsa, sono quindi arrivato a Cervia consapevole di poter fare i 180km in bici entro le 5h e di poter correre la maratona finale tra i 4.20 ed i 4’.40”/km a seconda delle sensazioni e della giornata che avrei avuto. Tutto ciò sempre con il mio sgradito e inseparabile compagno di avventure… in ogni allenamento ho cercato di migliorare la strategia di alimentazione, l’insulina basale ed i boli, il tipo di cibi e la loro modalità di assunzione nelle varie fasi di gara… nel possibile con la glicemia sotto controllo, verificando, riprovando, sperimentando, analizzando… Ho trascritto profili glicemici, insulina, km, altimetria, tempi… tutto sul mio profilo in FB ed Instagram, perché son certo che condividere la propria esperienza, imparare dalle esperienze altrui, sia la chiave per una migliore gestione della malattia. Un allenamento fisico metabolico, ma forse prima di tutto mentale… che però mi piaceva. Mi è piaciuto conoscermi, scoprire fin dove potevo arrivare e imparare facendo lo sport che più mi appassiona.
Strumentazione:
Sono ben attrezzato, utilizzo un microinfusore Tandem t:slim X2, abbinato al sensore glicemico Dexcom G5. Purtroppo il Tandem ha tre pecche, non ha ancora la sospensione della infusione basale (che credo verrà introdotta molto a breve), non può essere usato nelle immersioni e quindi per sessioni di nuoto (ma è IPx7), e spesso perde la connessione con il Dexcom… ma è bluetooth, si interfaccia con il Dexcom e poi ha un ingombro di circa la metà rispetto al suo concorrente, cosa molto importante quando questo “coso” te lo devi tenere addosso quasi ogni istante… Durante il nuoto non uso mai il microinfusore connesso, ma per come è strutturata una gara di triathlon, zona cambio etc., preferisco portare sempre con me il microinfusore, sotto al body e infilato in un sacchetto di plastica impermeabile. Al termine del nuoto, rompo il sacchetto e collego il micro al catetere che solitamente applico al braccio nella zona del tricipite. Il trasmettitore glicemico Dexcom ed il sensore li metto invece sull’altro braccio e nella stessa zona, protetti da una fascia elastica, tipo polsino etc. Il catetere non lo proteggo perché durante la gara potrebbe sempre tornare utile staccare il microinfusore in modo da azzerare con un gesto rapido il dosaggio basale, e riprenderlo al bisogno altrettanto rapidamente riconnettendo il catetere (ad esempio nelle fasi di corsa). Il dexcom essendo bluetooth può essere letto da qualunque dispositivo Bluetooth. E’ per questo che al polso porto un Sony Smartwatch3.
Questo orologio è l’unico tra le soluzioni a me note, che davvero funziona egregiamente con il sensore Dexcom G5, e senza uno smartphone che fa da ponte. In pratica basta scaricare Xdrip+ su uno smartphone android, associare l’orologio allo smartwatch, sincronizzarlo insieme al sensore dexcom, ed il gioco è fatto. Lo smartphone lo si utilizza una volta al giorno per la calibrazione (l’orologio va caricato una volta al gg, quindi si calibra in queste occasioni), per il resto l’orologio non ha più bisogno del cellulare nelle vicina
nze e funziona in autonomia con il dexcom. E’ davvero molto importante sia in allenamento che in gara. Prima di utilizzare questo orologio dovevo guardare saltuariamente la glicemia sul microinfusore, a 40km/h in bicicletta con le lenti polarizzate e le mani sulle prolunghe, non è proprio sicuro e confortevole. Il risultato è che osservavo la glicemia molto poco. Da quando ho la glicemia leggibile direttamente al polso, il controllo e l’alimentazione sono state molto più accurate e davvero per me è stata una piccola svolta. Anche durante il nuoto, la connessione funziona se sensore ed orologio vengono montati sullo stesso braccio, e nelle sessioni più lunghe tipo 4000m, può davvero tornare utile avere il valore glicemico in diretta mentre si sta nuotando, magari in acque libere… .
Il gg prima della gara, i preparativi:
Il giorno prima della gara il mare era mosso, in pochi provavano l’acqua per prenderci confidenza, capire il percorso, le correnti etc. Io ci ho provato… e non riuscivo nemmeno a raggiungere la prima boa posta a circa 200m dalla riva… le onde mi toglievano il fiato, ero sconfortato. Ho nuotato alle Hawaii con onde ben oltre i 3 metri di altezza, ma con queste non riuscivo a trovare il passo… Mi chiedevo come fosse possibile fare una gara di 3800m il mattino dopo se nemmeno ero riuscito a raggiungere la prima boa.
I preparativi per l’attrezzatura di un IRONMAN son sempre molto importanti, non bisogna dimenticare nulla… soprattutto se hai il diabete. Ci ho messo circa 2h a sistemare la bici e i sacchi da consegnare all’organizzazione contenenti indumenti, integratori, e tutto il necessario per le frazioni di bici e corsa. Barbara per lasciarmi solo e concentrato, ha portato i bambini per tutta la giornata ad un parco di divertimenti nelle vicinanze, ed io ho così potuto pensare tranquillo senza lasciare nulla al caso. Ho deciso che indosserò il completo bici, ma lo metterò in zona cambio al termine del nuoto che farò con slip e muta. Voglio essere asciutto e non inzuppato di acqua salata e non solo quando alle 9 salirò sulla bicicletta. La temperatura non sarà elevata e voglio stare comodo durante i 180km di bici. Prima di tutto voglio divertirmi e non soffrire inutilmente per risparmiare 2 minuti… .
Bici: kit di riparazione copertoni in caso di foratura, una borraccia 500ml di amminoacidi 8:1:1, una borraccia 500ml Sali, 4 barrette alle mandorle (20gcho ciascuna), gps garmin.
Sacco BIKE: Pettorale, completo bici maglia e body, un piccolo asciugamano, bottiglietta d’acqua per sciacquarmi piedi e viso per togliere sabbia e sale, scarpe da bici, calze da bici, casco, occhiali da sole, catetere di scorta, misuratore glicemico con strisce di scorta (se succede qualche cosa al sensore), penna con insulina ed aghi (se succede qualcosa al micro), 3 succhi di frutta, 2 gel 50ml enervit, 4 nutella b ready, 2 metà panino prosciutto.
Sacco RUN: scarpe run, calze run, cappellino, 2 succhi di frutta, 2 gel 50ml enervit, catetere di scorta.
Sacco SPECIAL NEEDS RUN: 4 succhi di frutta.
Un IRONMAN richiede più giorni di scarico ed almeno una (meglio due) settimane di allenamenti più tranquilli prima del gg dell’evento. Io mi alleno tutti i gg, perché mi piace e perché così il mio metabolismo non subisce alterazioni e gli schemi ed i riferimenti insulinici sono sempre abbastanza omogenei… Son stato veramente fermo soltanto i 2gg prima della gara… questa cosa, abbinata alla tensione, ha fatto si che le glicemie fossero tremendamente elevate per entrambi i gg. Correggere i dosaggi in funzione di questo non è semplice ed alla fine mi ritrovavo con oscillazioni che andavano dai 50 ai 350 dopo ogni pasto con glicemie altissime 3-4h dopo i pasti… la basale era sicuramente troppo bassa ed i miei abituali riferimenti sui boli e sui tempi digestivi anche. La notte prima della gara ho cenato con riso bollito e tagliata di tonno, con dosaggio insulinico sicuramente più elevato rispetto alle mie abitudini… nonostante questo, probabilmente a causa della elevata tensione in attesa dell’evento, le glicemie per tutta la notte a partire da 2h dopo la cena, han cominciato a salire; nonostante i boli di correzione, erano stabili intorno ai 300 con picco a 350. Al mattino sveglia alle 5, e dopo una notte decisamente impegnativa, la glicemia era ancora 300.
Pre-gara:
Appena alzato alle 5 del mattino, avevo preventivato di farmi 4U di insulina ma vista la glicemia alta ho aumentato a 6. Mentre facevo colazione alle 5.15 la glicemia ha cominciato a scendere (forse anche per effetto dei boli di correzione della notte di poche ore prima). Ho fatto colazione con 1 brioches, 1 cappuccino, 1 toast al prosciutto, 1 yogurt naturale senza zucchero, 1 banana. In tutto 90g CHO. Basale sempre a 0,8U/h.
Ho quindi consegnato la sacca per le special needs in zona cambio, ho gonfiato le gomme alla bici ed alle 7 mi son trovato in spiaggia nei pressi della zona di partenza con Barbara e i miei bambini Mattia e Giorgia. Alle 7.30 sono partiti i pro ed io mi sono infilato la muta. Fa freddo, l’aria sarà tra i 12°C ed i 14°C, e in muta si sta davvero bene. La partenza è del tipo Rolling Start, come piace a me, ed ho preventivato di mettermi nella batteria degli atleti che nuotano tra 1h e 1h.10’. Così alle 7.40 stacco il micro e bevo un succo di frutta. La glicemia è in calo intorno ai 180. Nella muta ho tenuto con me un gel enervitene da 50ml per ogni evenienza, ed il micro chiuso in un sacchetto ermetico. Da questo momento chiudo la muta e non utilizzo più il microinfusore fino alla fine della frazione a nuoto. Entro in batteria e la glicemia continua a scendere a 160. Cerco Barbara che con i bambini ed il mio zaino è tra il pubblico ma non riesco a trovarla. Avrei bisogno di mangiare qualcosa per assicurarmi di partire con la glicemia in crescita, ma il mio zaino non è raggiungibile ed io ormai sono incastrato incasellato tra i 3000 partenti. Più o meno son consapevole del mio dispendio energetico in un’ora di nuoto, ma in mare con onda correnti etc. ho il timore che la glicemia possa crollare. Decido quindi di bere subito prima della partenza anche il gel che avevo tenuto sotto la muta per emergenza. Mancano circa 10’ al mio turno in partenza. Poco prima di partire do un’altra occhiata alla glicemia, che grazie al mio smartwatch posso controllare istante per istante… . Tiro un sospiro di sollievo perché finalmente si stabilizza a 160… mi dico che adesso riprende a crescere e quando parto sono un poco più sereno, ma molto cauto con l’obbiettivo di consumare meno energie possibile, per non rischiare una ipoglicemia nella ora successiva in mare aperto… .
La gara:
Entro in acqua corricchiando e dopo un centinaio di metri comincio a nuotare. Mi regolo su un passo stabile ed efficiente. L’acqua è perfetta, c’è poca onda, e con la muta la frazione scivola dolce e senza intoppi. Non è la frazione che preferisco ma mi sento bene. Cerco di godermi il viaggio, ma non vedo l’ora che finisca però perché ho il timore di cadere in ipoglicemia da un momento all’altro. Non ho molti riferimenti sui 4000m di nuoto in mare aperto… Decido di spingere meno del previsto, ma va bene così! E finalmente corro sulla spiaggia verso la zona cambio. Guardo la glicemia: 190 stabile… va bene così! Adesso collego il micro, salgo in bici e sistemo tutto…
In zona cambio perdo un sacco di tempo, per spogliarmi, mettermi il completo bike asciutto, sciacquarmi piedi e viso, riempire le tasche della maglia con tutto il cibo che avevo preventivato. Casco, occhiali, scarpe e volo a prendere la bicicletta: lì per me, è come mettermi in poltrona, mi metto comodo, apparecchio la tavola e pedalo spingendo ma non troppo. C’è vento ma mi stabilizzo sui 37km/h di media con punte in basso a 34km/h nelle parti più ventose e ben sopra i 40 quando si corre in superstrada e nei sorpassi dei grupponi, momenti in cui un po’ la scia si sente. Vietato sentire le gambe inchiodate. Durante la gara ho programmato una infusione basale di 0.4U/h (50%). Dopo circa un’ora comincio ad alimentarmi e la glicemia sale un po’ troppo. Dopo un’altra ora decido di alimentarmi ancora ma la glicemia è quasi a 250 così mi inietto un bolo di 2+1U per mangiare i panini. La gara è lunga e mi son riproposto di alimentarmi adeguatamente e con cibi gratificanti e solidi mentre sono in bici. Non voglio inchiodare lo stomaco o l’intestino utilizzando soltanto gel etc. Ovviamente tutto questo stile di alimentazione l’avevo già provato in allenamento con esito positivo sulla digestione. Finalmente dopo 2h.30’ di bicicletta, dopo i 90km, la glicemia comincia a scendere. Un po’ troppo rapidamente forse, è a 120 in discesa, così stacco il micro annullando l’infusione basale. La bici è abbastanza monotona tra il 100 e il 120km in superstrada comincio ad essere stufo. Un po’ spompato forse, con un leggero senso di nausea… è il momento di mangiare un paio di nutella B ready… è una bestemmia pensare di usare questi snack in gara, ma li ho presi su apposta perché sapevo che prima o poi avrei avuto bisogno di farmi una coccola… e funzionano. Pian piano ritrovo la concentrazione ed il resto della bici si traduce in una guerra di nervi tra mantenere le giuste distanze dagli altri concorrenti, e controllare che la glicemia si mantenga stabile sostenendola al bisogno con continue integrazioni tra barrette succhi gel etc. Sostanzialmente non ho particolari problemi, forse sto mangiando più del previsto. In ogni caso sto bene, lo stomaco e l’intestino rispondono bene e resto tranquillo sulla media che mi ero prefissato di 37km/h. Durante tutta la frazione bike soprattutto nei momenti in cui non si spinge forte, c’è il tempo di pensare, di ricordare gli sforzi ed i piaceri degli allenamenti, gli amici che mi sono stati vicino in quasi 8 mesi di preparazione, i noiosi lunghi a piedi sotto la pioggia e soprattutto le tante persone a casa che in quel momento sapevo attaccate al mio tracking della app IRONMAN, ad osservare km dopo km i miei tempi convinti che potevo farcela, che le 9h.30’ fossero alla mia portata. Non li volevo deludere e vedere che la mia media era quella programmata e che in prospettiva stavo andando meglio di quanto previsto mi dava la carica, li sentivo tutti vicino e pensarli in quel momento entusiasti della mia prestazione mi trasformava davvero in IRONMAN… (quello della Marvel…). Grazie Ragazzi!
Al 160km mi alimento in funzione della corsa, bevo un succo e mangio una barretta. Quando scendo e comincio a correre in zona cambio per sistemarmi per la frazione run, le gambe le sento abbastanza reattive, mi aspettavo sinceramente di peggio. Sento che la bici l’ho gestita bene. Chiudo la frazione in 4h.54’ è meglio di quanto mi aspettassi. Mi cambio stavolta in un tempo discreto, non ho niente di particolare da sistemare, se non mettere 3 gel da 50ml nelle tasche della maglietta e tenere in mano i due succhi di frutta come preventivato.
Il micro è agganciato con la clip al body bike. Non cambio le calze perché tanto in bici faceva molto fresco e non ho sudato. La glicemia è 120 stabile, bevo un gel mentre faccio la pipì nel bagno chimico posizionato in zona cambio e parto per la maratona. Parto forte, mi sento bene e il pubblico mi da la carica. La gara comincia adesso. Ho fatto tutto giusto fino a questo punto, secondo i miei programmi, senza strafare, quasi in zona di comfort. Da qui in poi si decide tutto. Volo il primo giro di 10km senza sentire alcuna fatica, guardo il garmin che porto all’altro polso e sto correndo a 4.05’/km… è troppo forte, ma sto davvero bene, gli amici tra il pubblico mi incitano, volevo correre la maratona guardingo intorno a 4’.30”/km, ma sto bene, e mi dico “Proviamoci! certe occasioni non ricapitano! Provaci! Le 3h provaci!”… mi regolo sui 4’.15”… ma vedo che la glicemia dai 120 è scesa quasi a 90… devo alimentarmi, così rallento intorno ai 4.40’/km bevo un succo, ma non sale, continua a scendere ormai a 70… comincio a sentire l’arrivo di una ipoglicemia… leggera ma le gambe rallentano… bevo un altro gel… tra il 14 ed il 16km rallento tantissimo intorno ai 5’/km… bevo un altro gel e pian piano mi riprendo e la glicemia pian piano ritorna a salire… ritorno a correre a 4’.20” alla fine del secondo giro.
Da questo momento in poi decido di alimentarmi (solo con liquidi o gel) ad ogni ristoro ogni 2km circa, poiché la glicemia continua ad oscillare tra 70 e 100… . Ciò comporta dei continui rallentamenti per poter bere, ed ho sempre il timore di non riuscire a digerire ciò che mangio. Sto introducendo molti più carboidrati del previsto ma fortunatamente il passo è molto più lento dei miei allenamenti abituali sulle distanze brevi e lo stomaco regge, digerisco e mi sento abbastanza bene ma non posso smettere di alimentarmi. Continuo con questa strategia ed alterno negli ultimi 20km andature a 4’.20”/km ad andature quasi a 5’. La glicemia non sale mai oltre i 100 ed il micro è ormai 5h che è scollegato!
I miei tempi continuano comunque a darmi fiducia, son ben sotto le 9h.30’ che erano il mio obbiettivo ed ormai manca un giro…sento le gambe dure, ma regolo la falcata per non incorrere in crampi o stiramenti…l’ultimo giro do tutto quello che resta, ma ne ho ancora…ne ho ancora fino al traguardo! Lo taglio sprintando, con il sorriso, senza sentirmi finito. Con la voglia di scherzare, di ridere, di abbracciare i miei bambini, di battere il 5 a tutto il pubblico che incontro. Mi son goduto l’ultimo km, volevo farlo sin da quando son partito per questa gara e ci sono riuscito. Sono riuscito a completare il mio primo IRONMAN in 9h.18’, a finirlo godendomi tutto quanto, senza vesciche ai piedi, senza crampi, senza nausea, solo con il sorriso ed il sole! …e in ultimo (ma solo in ultimo) con il diabete tipo 1…quando ho chiuso la gara la glicemia stava salendo leggermente a 110…
Epilogo:
La sera prima di andare a dormire, comincio a sentire pizzicare la zona di iniezione dell’insulina. Decido di cambiare tutto il set. Quando sfilo la cannula noto una notevole lipodistrofia. Ecco spiegato il motivo di un comportamento così anomalo delle glicemie nella maratona e nei momenti prima e durante la gara. Posso migliorare…lo so…15’ ce li ho ancora… posso valere 9h forse… non so se mai riuscirò a dimostrarlo…ma IO LO SO!