Marco Marelli racconta il suo 7° Ironman 70.3 Italy
Settimo segno di spunta sopra la casella ‘finisher ironman 70.3 Pescara’.
Strano ma vero a tre giorni dal via non compaio ancora nella start list, ma vuoi per il buon risultato di lovere o vuoi perché è la gara di casa, decido di sborsare sti soldoni per rimettermi in gioco.
A convincermi un percorso ridisegnato: fantastico nuoto in mare con uscita sulla battigia, percorso bike molto muscolare con pendenze positive e negative abbordabili ma non banali, da passista puro,corsa di due giri con 4 passaggi sul ponte del Mare e pineta che aggiungono un po’ di verve alla monotonia del lungo mare.
Nei giorni che precedono cerco di scaricare bene pur mantenendo fisso un allenamento blando al giorno per ogni disciplina. Cerco di curare anche l’alimentazione con un buon risultato; i tre giorni trascorrono veloci e domenica mattina arriva prestissimo (147 mg/dl), non vedo l’ora di iniziare, conosco tutto: percorsi, dinamiche di gara, come si muove il vento, sono tranquillo, voglio solo partire.
La giornata è calda e limpida, il mare molto mosso.
Mentre sistemo i dettagli in zona cambio i giudici decidono per ragioni di sicurezza di modificare il percorso riducendolo a poco più di un km che si svolgerà parallelamente agli scogli flangiflutti dove l’acqua è notoriamente molto bassa.
Anche i momenti che precedono la partenza volano, ho giusto il tempo per misurarmi la glicemia.
321 mg/dl beh certo: colazione 24 oro saiwa con marmellata da 4u come al solito..ma vuoi vedere k sono stati i 20gr di frutta secca!? (Si accettano pareri).
Faccio anche la basale 15 u, correggo con 2u di analogo ultrarapido ed entro nelle rastrelliere pronto per la rolling start. Allo sparo iniziano le partenze scaglionate ogni 5 secondi, 5 persone.
Entro in acqua ed il primo tratto con onde alte frontali riesco a camminarlo, l’acqua è alla vita. Dopo la prima boa la corrente diventa favorevole e da lì in poi posso finalmente nuotare con vento in poppa a buon ritmo k mi riporta agilmente fuori dall’acqua dopo solo 16 minuti. Transizione uno con la solita tranquillità di sempre glicemia, stabile a 320, non intervengo ma salgo in sella. Devo attraversare tutta la zona cambio fino all’uscita con la bici al seguito ma da lì in poi è il mio momento.
Conosco la strada e la strategia, so dove spingere, come affrontare le salite e le discese, dove superare e dove risparmiare energie.
Nonostante questo forse azzardo un po’ troppo e mi ritrovo a fine frazione con le gambe molto doloranti ma comunque soddisfatto di appoggiare la mia bici dopo 2h44 nei 93,80 km dopo lo start.
La glicemia è ancora a 190 al rientro in t2 (durante la frazione bike 2 gel 50g+1 barretta da 30g carbo) e anche qui lo considero un valore da non toccare.
Parto di corsa, il sole allo zenith, i quadricipiti da subito doloranti tanto che dopo il primo km chiedo ad uno spettatore di aiutarmi a tirare i muscoli k si sono irrigiditi dai crampi. Passato il momento critico faccio di tutto per idratarmi bene e cercare di recuperare brillantezza.Corro piano ed aspetto che le mie gambe tornino a fare ció che devono.
Le incitazioni di Rebecca e Francesca,degli spettatori, tantissimi amici,il ghiaccio e le spugne imbevute mi fanno recuperare energia per ritornare sul pezzo. Le condizioni si assestano verso il 10km, passo il ponte giro nella pineta e sono già al secondo e ultimo giro. Il peggio è fatto o forse deve ancora venire. Ecco appunto. Avverto il desiderio di spingere ora k la fine è vicina ma le forze non mi assistono, voglio aumentare ma le gambe non rispondono. Brutto segno cosa altro può essere se non Ipoglicemia?! Una di quelle che quattro gel da 50cho le fanno in baffo. Cammino piano dopo questo carico glucidico importante ma nel frattempo ho già perso un bel po di posizioni. L’unica cosa k mi interessa come sempre però è portarmela a casa. Quindi riprendo il mio passo, quello più veloce naturalmente e penso solo ad arrivare il prima possibile.
Dopo gli ultimi 3km sul lungo mare in cui ritrovo un ottimo ritmo arriva il tappetone nero e con lui la consapevolezza di essere arrivato anche stavolta, sempre con la soddisfazione di un tempo inferiore ai precedenti ed il rammarico di non essere stato sotto le 5 ore che potevano essere alla mia portata.
Taglio il traguardo per la 7ima volta finisher al 70.3 di Pescara. Ennesimo spettacolo, ennesimo divertimento, settima medaglia conquistata.