AGGIORNAMENTO SULLA DOMANDA DI ESENZIONE TERAPEUTICA (TUE)
NEL CASO DELL’ATLETA CON DIABETE DI TIPO 1
di Cristian Agnoli. T1 VR
[ultima revisione 28 Luglio 2023]
Riepilogando per i meno informati … Il diabete di tipo 1 non ha alternative alla terapia insulinica.
In caso di pratica sportiva agonistica (anche amatoriale) la normativa nazionale e internazionale sull’antidoping include le insuline di ogni genere tra le sostanze dopanti (modificatori metabolici).
In caso di positività a un controllo, anche se affetti da diabete di tipo 1 certificato dal sistema sanitario nazionale, anche se trattasi di patologia cronica a vita, anche se trattasi di utilizzo di farmaco salvavita senza alternative, si subisce per lo meno una sospensione di qualche mese in attesa di chiarire la propria posizione.
Ove si pratichino discipline sportive che prevedono controlli anti-doping, si raccomanda l’ottenimento del certificato di esenzione terapeutica (TUE) per l’uso di insulina/e.

Dunque con il diabete di tipo 1 si può fare sport a qualsiasi livello e con enormi gratificazioni. Tuttavia siamo soggetti (e non automaticamente esentati) alla normativa antidoping fatto salvo il rilascio del TUE.
Nel suo articolo sulla Gazzetta.it del giugno 2023 il dottor Andrea Benso, professore universitario e specialista in endocrinologia e malattie del ricambio a Torino, commentava laconicamente così il fatto che Zverev, tennista con diabete di tipo 1 già nr 2 del ranking ATP, non poteva iniettarsi insulina a bordo campo durante il Roland Garros:
“Gli sportivi diabetici tipo 1 che assumono insulina quale farmaco salva-vita ancora oggi devono richiedere la TUE, ovvero la certificazione che attesta che non si stanno dopando, altrimenti vengono squalificati. Questa è una cosa che grida vendetta, forse ancor più del dover andare in bagno a farsi l’insulina al Roland Garros”.
Comunque la pensiate, che la questione gridi vendetta o meno, qui di seguito proponiamo un aggiornamento sulla pratica per il rilascio dell’esenzione TUE, o meglio del rinnovo nel mio caso, così come concesso in data 17/07/2023 e valido fino al 17/07/2028. E poi fate le vostre considerazioni.
Tra istruzioni, riflessioni e qualche fisiologica provocazione, ecco come sono riuscito a ottenere il secondo TUE della mia vita di atleta amatore competitivo, così come centinaia di migliaia di persone, o forse milioni, di sportivi vecchi e giovani in Italia. Tutti, tapascioni o campioni, grandi e piccini, in gara al campionato provinciale o ai mondiali, quando partecipiamo a prove di enti e discipline afferenti al CONI, siamo tenuti al rispetto della normativa antidoping e dunque a richiedere una TUE se utilizziamo un farmaco potenzialmente dopante, tra cui rientra l’insulina, ma anche molti dei farmaci di uso quotidiano che tenete nel vostro armadietto dei medicinali.
“Il diabete non è una scusa” e, dunque, se hai una patologia che implica l’uso di una sostanza proibita, anche se farmaco salvavita a vita, e vuoi rispettare le regole, la procedura è la stessa per qualsiasi altro farmaco e, anche se certificato dal SSN, a quelli della Nado Italia non importa. E la documentazione va inviata con cadenza quinquennale (l’esenzione dura 5 anni) e riguarda non solo la terapia ma anche esami e dati che certificano la patologia in atto, anche quando risalente a 20 anni fa o più.
Il sito Nado Italia risulta ora almeno più gradevole e facile da navigare: https://www.nadoitalia.it/it/attivita/esenzioni-a-fini-terapeutici/modulo-di-domanda.html
Il modulo è stato rinnovato nel layout ed è bilingue italiano – inglese e lo abbiamo compilato in italiano. Sono stati corretti alcuni refusi presenti nei moduli di 5 anni fa e più in generale sono cambiate le nomenclature ed è stata inserita la parte relativa alla privacy.
A questo link potete scaricare il modulo composto di 9 pagine in tutto: https://www.nadoitalia.it/images/documenti/NDI-CEFT-F01-IT-EN_-R4-Domanda_di_esenzione_a_Fini_Terapeutici_TUE.pdf
Le sezioni 4, 5 e 7 sono da compilare a cura dello specialista che vi segue.
Per ragioni di sintesi, a fini illustrativi, allego qui alcune sezioni della domanda con premura di nascondere alcuni dati personali, così come inviato il 16 luglio 2023 all’indirizzo ceft.antidoping@cert.nadoitalia.it (che però non funziona) dunque reinviato a ceft.antidoping@nadoitalia.it (usate questo) e repertoriato con prot. 1213/TB dalla Nado Italia.
C’è anche un numero di telefono. Io non ho mai chiamato, ma mi dicono essere molto cortesi e disponibili. E noi non possiamo che esserne felici.
Quest’anno ha avuto l’onore di co-compilare la parte spettante allo specialista il dottor Maurizio Sudano che l’ha spuntata all’ultimo sul dottor Andrea Benso. Più indietro sono arrivati il dottor Mario Vasta (già compilatore nel precedente mandato) e il mio diabetologo del SSN dottor Carlo Negri talmente oberato da burocrazia e pazienti che non ho avuto nemmeno il coraggio di presentargli la questione. Insomma i medici fanno la fila per firmare il mio TUE. Ci crediate o meno.
Il TUE viene rilasciato ora bilingue inglese-italiano con indicazione di dosaggi e tipo di insuline utilizzate.
Tuttavia viene puntualizzato che il TUE vale solo per le gare nazionali e che per dare valenza internazionale è necessario contattare Nado Italia o gli organizzatori di Major Events per capire se lo accettano o no. Incredibile! Questa specifica non era presente nel TUE rilasciatomi nel 2016 e scaduto nel 2021.
Non mi è chiaro poi se i controlli antidoping più accurati possano marcare insuline e dosaggi iniettati, e poi cosa cambia se i dosaggi non sono quelli indicati, visto che in una patologia come il diabete di tipo 1 le dosi non sono sempre fisse.
Non mi pare in giro si faccia a gara a farsi diagnosticare il diabete di tipo 1 per potersi iniettare insulina e andare più forte. Il ventolin è molto più gettonato e asmatici certificati spuntano ovunque.
Ma magari un giorno inventano un’insulina diversa che mi fa diventare più forte di Pogacar… e che non si chiama più insulina ma è insulina…. Bla bla bla!
Io proseguo nel rispetto insofferente della nor
Situazione paradossale ma esiziale se pensiamo ai veri problemi dell’umanità. Quando c’è la salute….mativa. Di qualcosa dovremmo pur morire. Di diabete o perchè no di …burocrazia!
E le battaglie su questa cosa, se di battaglia si può parlare quando si tratta di compilare scartoffie che non richiedono certo quozienti intellettivi da analisti del RAND, spetterebbero ad altri.
Ad esempio a quelli che, un giorno sì e un giorno no, con CONI e Nado Italia vanno fuori a pranzo o ai convegni a parlare di diritti, attività fisica, educazione terapeutica, fairplay, sport pulito etc. etc. anche nella persona con diabete, cui lo sport giova come e più di tutti gli altri.
Al momento a parte il diritto all’esenzione codice R13, constato il dovere, come atleta ricreativo amatoriale competitivo, di trasmissione del TUE ogni 5 anni.
A seguire una guida alla compilazione con alcune voci che vi possono essere utili e vi faranno risparmiare tempo.
Pag. 1: bisogna indicare se trattasi di atleta di livello internazionale, di interesse nazionale o atleta ricreativo … ecco io mi considero un atleta ricreativo, ma se vi chiamaste Zverev, tennista tedesco con diabete di tipo 1 nr 2 del ranking ATP dovreste flaggare la casella “livello internazionale” (ma probabilmente avreste qualcuno che ve lo compila pagato profumatamente), se vi chiamate Marco Mangiarotti forte triatleta italiano con diabete di tipo 1 flaggereste la casella di interesse nazionale. Ma Mangiarotti il TUE non lo fa per obiezione di coscienza.
Pag. 2: retroattività … per forza è una richiesta retroattiva. Non possiamo programmare l’esordio di questa patologia e della sua terapia.
Indicate quindi com inizio dell’utilizzo della sostanza proibita (insulina) la data di esordio del diabete di tipo 1. Se volete aggiungere delle note di chiarimento utilizzate la voce “altre condizioni” a pag. 3.
Pag. 4: Il codice dell’Organizzazione Mondiale per la patologia diabete di tipo 1 (WHO ICD) è: E10
Pag. 5: Bisogna conoscere i principi attivi delle proprie insuline e il codice ATC… si trova tutto su internet basta un minimo di buona volontà e di capacità di intendere e volere.
La via di somministrazione per le insuline è sottocutanea (sia con penne sia con microinfusore). Googlate e trovate tutto. Lo so, spetterebbe al medico specialista (ovvero un endocrinologo/diabetologo) compilare le sezioni 4,5, e 7. Ma così gli fate trovare il modulo già correttamente compilato e lui ci deve mettere solo la firma, il timbro, i dati anagrafici, il suo numero di matricola e l’ordine dei medici cui appartiene (sez. 7)
Sì, perché ogni tanto mi telefona qualche atleta con diabete (più spesso la mamma dell’atleta, anche se maggiorenne … sante mamme) dicendomi che il diabetologo rimbalza la questione al medico di base.
Lo deve firmare uno specialista di endocrinologia (fu diabetologo) non necessariamente quello della vostra ASL o che vi ha in terapia, ma che ovviamente conosca il vostro caso o lo prenda a cuore.
Questo per dire che la pratica TUE è l’ennesimo insopportabile “adempimento burocratico” nella vita di una persona con diabete di tipo 1, ma che ad essere pigri e insofferenti alla burocrazia sono sia i pazienti sia i medici.
Un atleta professionista avrà uno staff medico che gli prepara tutta la documentazione, ovviamente anche dopo aver letto gli articoli della Diabetenolimits 🙂 ….
Per il resto le solite peculiarità della patologia diabete di tipo 1 … sulla durata della terapia scrivere “A VITA” e sui dosaggi mettete una quantità media di somministrazione giornaliera e non fate come me che non ho indicato la quantità per puntiglio scrivendo “dose somministrata in base ai cho assunti ai pasti, al profilo glicemico, al mio rapporto insulina carboidrati e/o al fattore di correzione” … giusto perchè anche alla Nado devono capire che i dosaggi non sono “fissi” ma frutto di una complessa contrattazione con il proprio metabolismo.
Ecco, alla Nado Italia, e alla WADA ancora meno, non gliene frega, vogliono il numeretto. Ho dovuto reinviare il modulo ricompilato. Della educazione terapeutica, della verità scientifica, delle precisazioni sulla terapia flessibile, del rapporto carboidrati e del fattore di correzione non importa … forse non sanno nemmeno cos’è. Vogliono sapere quante fottute unità della sostanza proibita ci iniettiamo anche se la quantità non è sempre la stessa e vorrei capire che differenza fa se i loro marcatori in un ipotetico controllo mirato riuscisssero a individuare le unità in circolo e se queste sono difformi da quelle indicate cosa succede. Follia, da certificare nero su bianco.
Nelle note ho precisato che si tratta di un rinnovo di TUE scaduto e auspicando una procedura semplificata come risparmiarmi il reinvio della modulistica relativa al ricovero, alla diagnosi, al c-peptide, ai marcatori genetici etc etc già precedentemente trasmessi.
Ho allegato copia del certificato idoneità agonistica in corso di validità e del precedente TUE scaduto nel giugno 2021. Da due anni corro senza esenzione terapeutica. Premetto che il referente della Nado per l’esenzione terapeutica è lo stesso del 2016.

Ovviamente dopo due giorni è arrivata la mail della Nado, a firma della dottoressa A.D.G. con tanto di specifica del titolo di PhD, in cui si richiede documentazione integrativa a partire dai referti relativi all’esordio (2005), certificazione del diabetologo sulla terapia in atto (anche se già inviata) con anamnesi, etologia, etc etc oltre a fornire copia delle analisi di laboratorio del biennio 2022/23, quelle non coperte dalla precedente Tue onde verificare che non fossi nel frattempo guarito. Inoltre reinviare la scheda 4 e 5 indicando le quantità esatte e la data esatta dell’esordio (avevo scritto 28/11/2005, in realtà il ricoverò in ospedale con chetoacidosi risaliva al 23/11/2005 … ben 5 giorni prima. Il 28/11/2005 era la data della lettera delle dimissioni dall’ospedale con invio all’ambulatorio di riferimento. Taaac!
Se non lo avessi fatto entro 15 gg la mia domanda di esenzione sarebbe stata respinta!
Avrei voluto di pancia rispondere mandando Nado, WADA, la dottoressa e compagnia cantante a quel paese, ma poi ho pensato: “stanno semplicemente facendo il loro lavoro, ma eseguono direttive burocratiche di qualche parruccone più in alto di loro (WADA, organismo che non brilla certo per trasparenza) e considera la battaglia al doping più nobile e importante del buon senso e delle peculiarità di alcune patologie”.
Mi richiedono dunque documentazione già in loro possesso perché inviata nel 2016 ma che probabilmente non hanno più in archivio forse per ragioni di privacy (ma qui della privacy mi pare se ne fottano visto che mi chiedono ancora più dati). Addirittura diffidano del mio reale status di diabetico di tipo 1 visto che sanno bene che dalla patologia non si guarisce ma verosimilmente debbono, da pubblici ministeri della lotta al doping, verificare che io sia un vero diabetico di tipo 1 e non importa che io lo sia per il sistema sanitario nazionale ma devo esserlo per loro certificando con tanto di timbri e carte intestate di referti, analisi etc etc.
E’ vero che loro parlano di durata della terapia in atto, magari tra qualche anno cambio principio attivo di insulina … ma sempre di insuline si parla.
In fondo anche i piani terapeutici scadono e se non li rinnovi non ti spetta un farmaco o un presidio anche se la patologia è a vita. Quindi la Nado alla fine è andata a scuola di burocrazia dalla sanità italiana, peggiorando addirittura la situazione. Ma se vuoi fare sport agonistico dai 12 anni in su ti devi adeguare.
Ho anche allegato un documento d’identità e la tessera sanitaria, peraltro non richiesti. Ciò suscita le nostre perplessità in merito alla mancanza di una procedura di certificazione dell’identità del richiedente (noi majestatis perchè ad occuparmene in maniera sistematica ogni ⅚ anni sono solo io).
Non viene richiesta nessuna autenticazione tipo CIE, SPID o firma elettronica, ma nemmeno di allegare codice fiscale o carta d’identità o almeno un accesso con registrazione + password.
Per carità, sono cagate, però per una questione così importante (non per me, ma per loro si) come la lotta al doping mi sembra un po’ strano che non ci sia una procedura di identificazione in modo da non lasciare finestre aperte per contestazioni, ricorsi, reclami del tipo: ma io avevo inviato la mail, ma voi non l’avete letta, io l’ho fatto inviare al mio medico, io l’ho fatto compilare a mio figlio che studia inglese, io pensavo si dovesse usare la pec, la doveva mandare il medico del team io ci ho messo solo la firma in bianco, etc etc.
Insomma questa è una falla nel sistema (che forse fa comodo ….).
In ogni caso, c’è sempre il TAR del Lazio ….
O, se avete 100 mila euro a disposizione, ci sono anche il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna e come ultima speranza la Corte Europea dei diritti dell’Uomo.
Ecco qua dunque la storia di come ho ottenuto il secondo (e ultimo) TUE della mia vita sportiva ricreativa.
Procedure di routine per atleti di un certo livello con staff medico e professionisti che si occupano di questo, meno magari per ASD che hanno tra i propri tesserati atleti con diabete di tipo 1 e devono fare i conti altre carte da compilare per non incorrere in sanzioni e squalifiche, anche in concorsi minori, dove ovviamente il problema non è tanto quello dei controlli antidoping ma magari di qualche zelante dirigente di società concorrenti che sanno che nell’altra squadra c’è un diabetico senza Tue e fanno ricorso. Bello lo sport, no?
Tue, buona la seconda ….. E’ la burocrazia bellezza! ‘Sti caxxi …
Che palle scrivere di TUE … “È uno sporco lavoro, ma qualcuno deve ben farlo” (cit)
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*questo qui sotto è l’articolo scritto nel 2016, non più attuale, ma lo lasciamo a memoria storica.
NB Vademecum TUE (articolo del 2016)
Guida alla compilazione della richiesta di esenzione a fini terapeutici (TUE) applicata al caso dell’atleta con diabete di tipo 1 nel rispetto della normativa antidoping italiana e internazionale
a cura di Cristian Agnoli, atleta con diabete di tipo 1 esentato da squalifiche per uso di insulina a fini terapeutici fino al 13 giugno 2021.
Con questo articolo, a partire dall’agosto 2016 c’è finalmente on line, per chi ritiene opportuno adeguarsi e fatto salvo quello che si pensi della normativa vigente, un vademecum pressochè corretto e completo sulla compilazione del TUE, relativamente all’utilizzo di insuline in atleti con diabete di tipo 1.
Esattamente quello che avrebbero dovuto fare da tempo altre realtà istituzionali o altre figure carismatiche dello sport nazionale con diabete di tipo 1, ma che nessuno fino ad oggi, per ragioni che mi sfuggono, ha provveduto a fare (e se lo ha fatto, non se ne trova traccia su documentazione ufficiale reperibile via internet).
Ancora una volta, tocca a Diabetenolimits colmare i vuoti, le lacune e la mancanza di competenze (o i silenzi) delle realtà istituzionali che si occupano di sport e diabete in Italia (ANIAD e Diabete Italia in primis … ma non solo!)
Con amarezza, ma con determinazione, procediamo, in attesa che chi dovrebbe occuparsene lo faccia presto con cognizione di causa e adeguata preparazione.
L’ottenimento del TUE (“grant”) rilasciatomi in data 20 luglio 2016 con validità 5 anni (?) non so se rappresenti una conquista o una sconfitta, un diritto o una discriminazione. Usiamolo come base per aiutare chi desiderasse adeguarsi alla normativa come ho fatto io, FERMO RESTANDO IL DIRITTO A NON FARE NULLA, A NON ADEGUARSI, A CONTINUARE NEL LIMBO DELL’INCERTEZZA E DELLA MANCANZA DI CHIAREZZA O AD ASPETTARE, L’IMPROBABILE, CONTROLLO CON RELATIVA POSITIVITA’ ALL’INSULINA.
Su considerazioni, azioni, interrogativi e “anatemi” sull’argomento, rimando agli altri articoli presenti in questa sezione [word in progress], mentre questa paginetta vuole essere semplicemente una guida “for dummies” ma esaustiva alla compilazione del TUE e allegati, sempre se si intende inviarlo.
Ovviamente potete cercare su internet fonti decisamente più attendibili, ma dubito che troverete qualcosa di altrettanto valido sui canali uffiiciali delle associazioni “nazionali” per “atleti diab(b)betici” … la seconda “B” la aggiungo io, o di qualche altra realtà che si occupa di sport e diabete a livello agonistico (team, organizzatori, supercampagne mondiali etc.)
Ricordo che almeno in Italia, la normativa antidoping si applica a tutti gli sportivi, professionisti, amatori, di alto e basso livello. Le implicazioni sono lievemente diverse, ma in punta di diritto le responsabilità e le conseguenze ci sono, e riguardano l’atleta-persona direttamente.
Lasciamo a parte i piccoli “attriti personali” e qualche “sassolino nella scarpa” e veniamo a questo vademecum “de noialtri” che vi assicuro presenta ben poche imprecisioni, anche se circostanziato al caso dell’atleta con diabete di tipo 1 in terapia insulinica.
Dunque se inviate la documentazione seguendo questo vademecum, Nado Italia e il CEFT recepiranno la vostra richiesta di esenzione (TUE) con tanto di email e a seguire lettera raccomandata con ricevuta di ritorno.
Procedete come segue:
Andate sul sito del CONI a questo link e scaricate per lo meno la seguente documentazione > CONI CEFT F49 ENGLISH _ CONI CEFT F49 ITALIANO _ CONI CEFT F51 ITALIANO
I moduli da compilare sono il F49 (TUE) versione in inglese e l’F51 (Scheda per il medico specialista) versione in italiano.
La versione in italiano F49 serve solo per tradurre e comprendere i campi da compilare.
Il modello F51 è un foglio integrativo da compilare a cura del medico curante / specialista per patologia/farmaco di pertinenza.
Va compilato in stampatello oppure se avete un programma per scrivere su pdf potete farlo dalla tastiera del computer.
Il TUE, a nostro avviso, perchè non lo si evince dalle istruzioni (o almeno noi non lo abbiamo evinto) va compilato in inglese, visto che è la lingua ufficiale della WADA e una volta approvato è rilasciato in lingua inglese (vedi foto) anche dalla sezione italiana (CEFT presso Nado Italia).
Il modulo per il TUE F49 è composto di 4 pagine.
E’ compilabile dall’atleta tranne nella casella a pagina 3 che spetta al medico specialista. In teoria il vostro diabetologo, figura però che non esiste più ufficialmente, almeno così mi pare, ma uno specialista in malattie del metabolismo e del ricambio, endocrinologo etc. Uno insomma che possa prescrivere il farmaco “insulina” legalmente e ufficialmente.
Il modulo F51 invece va compilato interamente dal medico specialista di cui sopra. Ma vi consiglio di affiancarlo nel farlo, o di precompilargli il tutto, perchè non è così semplice.
A meno che non facciate parte di un team professionistico o semiprofessionistico con medico e staff esperto in materia oppure il vostro centro di medicina sportiva sia sul pezzo.
Modulo F49 ovvero TUE
Pagina 1:
In alto a destra cognome e nome (idem per tutte le pagine successive)
Campo 1: Dati anagrafici dalla compilazione intuitiva. Per lo sport viene richiesta la disciplina e il ruolo (per gli sport di squadra) e la federazione di riferimento. Es. FIDAL, UISP o altro ente o altra federazione di altro sport)
Campo 2: la diagnosi in inglese e tra parentesi l’anno di esordio “Type 1 diabetes (since)
Non compilare la riga in basso a sinistra (Tue case etc.) che compare in ogni pagina: è di competenza della commissione esaminatrice.
Pagina 2
Campo 3 (ma c’è un refuso nella documentazione ufficiale, ripetono il numero 2 ma sarebbe 3. Medication Details … se volete potete scrivere e segnalare la cosa alla Nado Italia)Elencare le insuline utilizzate (la sostanza proibita …) utilizzando il principio attivo. (Es. Apidra = Glulisina, Novorapid = Aspart, Humalog = Lispro etc, Lantus = Glargine, Levemir = Detemir, Tresiba = Degludec etc.)
Dose complessiva giornaliera (media) con asterisco per precisare l’equivalente in inglese di: “le dosi possono variare in base a controllo metabolico e dieta”“Doses can be modified depending on BG checks and diet”. Se trovate una forma in inglese migliore fate pure.
Nel campo “intended duration of treatment” (anche qui ci sono degli errori di battitura nel modulo … ) flaggare la terza voce (long term) e invece di quantificare giorni, settimane o mesi, scrivere per tutta la vita ovvero ALL LIFE LONG
Pagina 3:
Campo 4: dichiarazione del medico professionista con i suoi dati anagrafici e i riferimenti telefonici, email etc., oltre a “timbro e firma”.
Raccomandatevi la calligrafia. I medici per definizione scrivono geroglifici.
Campo 5: alla domanda “is this a retroactive application” flaggare “yes” (sì, è una richiesta con efficacia retroattiva … nel senso che l’invio è successivo all’inizio della terapia)
Nello spazio sotto precisare l’inizio, ovvero mese e anno diagnosi.
Noi abbiamo scritto: “novembre 2005, quando il diabete di tipo 1 fu diagnosticato (when type 1 diabetes was diagnosed). Ovviamente mettete mese e anno della vostra diagnosi. Questo è l’esempio del mio caso.
Nella colonna a destra dovete spiegare le ragioni dell’invio successivo. Barrate “Other” e noi abbiamo spiegato in inglese che il diabete di tipo 1 è una patologia cronica a vita e la sopravvivenza del paziente dipende dalla somministrazione giornaliera della terapia insulinica.
“Type 1 Diabetes is a chronic disease: patient’s life depends on daily insulin therapy”.
Anche qui scrivete come meglio credete, in base al vostro inglese o del vostro medico.
Pagina 4
Campo 6: vi si chiede se in passato avete già inviato TUE. Se sì, indicate per quali sostanze, a chi è stata indirizzata e quando e se la decisione fu a suo tempo approvata o meno.Se flaggate no, lasciate in bianco.
Campo 7: dichiarazione dell’atleta con firma e data di compilazione.
In fondo ci sono due righe dove dove scrivere a chi inviare la corripondenza via email.
Io ho indicato il mio nome e la mia mail, perchè ho gestito in prima persona la pratica, però si può indicare la mail del proprio medico specialista o del vostro … avvocato! 🙂
MODULO F49_ SCHEDA PER MEDICO CURANTE / SPECIALISTA.
Una sola paginetta che compila il medico (ma verificando che tutti i dati relativi alle insuline, ai dosaggi e alle vie di somministrazione siano identici a quelli inseriti nel mod. F51).
Da compilare in Italiano.
Campo 1. Dichiarante: Nome e cognome del dottore e specializzazione (endocrinologia, malattie del ricambio etc.)
Campo 2: Atleta. Mese e anno esordio diabete, nome e cognome, data di nascita, diagnosi (diabete mellito di tipo 1 insulino trattato)
Campo 3: accertamenti: abbiamo flaggato “sono stati necessari accertamenti strumentali e/o di laboratorio (e vanno allegati alla richiesta).
*se si flagga questa casella, allora bisogna inviare documentazione dell’esordio. Più sotto maggior delucidazioni. Non so cosa possa succedere se si flagga la casella “non sono stati necessari accertamenti strumentali”. Credo vi chiederanno ulteriore documentazione.
Campo 4:
Terapia … ovviamente, come detto, i dati devono coincidere con quelli presenti nel modulo TUE. Qui però ci chiedono anche il codice ATC (da cercare su internet, cosa piuttosto semplice, ma non scontata. Fare attenzione a scrivere il codice corretto. Per glulisina è A10AB05, per Levemir A10AE05, etc.
Via di somministrazione: subcutaneous che si abbrevia s.c.
Dose: mettete le dosi standard ai pasti
Posologia: mettete il totale con un asterisco e sotto scrivete sempre la frase: “doses can be modified depending on bg checks and diet” ovvero le dosi possono varirare in base al controllo metabolico e alla dieta”.
Durata terapia: a vita ! (il punto esclamativo è facoltativo)
Campo 5. Principi attivi … è il punto più importante. Flaggare la prima casella “perchè non sono disponibili medicinali contenenti …. Etc.”, inserendo alla fine la riga di riferimento del principio attivo in questione compilato al campo 4.
Infatti non ci sono alternative “non dopanti” alle insuline nella terapia del diabete di tipo 1.
Campo 6. Procrastinibilità: qui abbiamo contrassegnato la terza casella, barrato parte della risposta e aggiunto a mano: “dal 2005”. In questo modo si legge: “è già stata effettuata dal 2005”. Nessuna delle opzioni offerte dal modulo ci sembrava idonea al caso DMt1.
Campo 7. Inizio/ fine terapia: inizio: indicare mese e anno, data fine terapia … “MAI”
Campo 8. Sospensione dell’attività agonistica: per la patologia in atto … flaggare “non necessario sospendere l’attività sportiva” … se il medico specialista ritiene invece di dover sospendere l’attività agonistica, precisiamo che l’ultima parola spetta in questo ambito al medico sportivo del centro di medicina autorizzato, sotto la cui responsabilità viene rilasciato il certificato di idoneità agonistica.
Il vostro diabetologo / endocrinologo potrebbe sostenere di non essere competente in materia. Consiglio di allegare alla pratica sempre e comunque il certificato di idoneità agonistica in corso di validità. (vedi sotto)
Campo 9. Partecipazione a competizioni agonistiche: si chiede di indicare se prima o dopo l’inizio della terapia si è preso parte a competizioni agonistiche … ci sono quattro caselle, sì e no per il prima e il dopo. Si chiede di indicare eventualmente la/le date. Noi abbiamo semplicemente scritto “numerose ogni anno”, per quelle partecipate, e “almeno ogni mese, non posso essere esaustivo” per quelle future. Evidentemente il campo vale per quei atleti che programmano la stagione oppure per esenzioni a fini terapeutici per farmaci di durata breve, limitata magari alla partecipazione a una gara specifica.
Alla fine non resta che inserire la data di compilazione e far apporre dal medico firma e timbro.
Finito?
Una volta che avete tutto, scannerizzatelo e archiviatevene una copia.
Preparate una bella mail e inviatela a: CEFT, Cominato per l’Esenzione ai Fini Terapeutici presso il CONI ceft.antidoping@nadoitalia.it. Se preferite il fax è: +390632723742
Non è richiesto di allegare nessun documento di identità.
La pratica è gratuita, o almeno, io non ho ricevuto al momento l’addebito di costi o avvisi di pagamento.
Allegate inoltre
- Cartella medica esordio inclusi gli esami del sangue (non basta la cartella di dismissione con la diagnosi anche se firmata dal primario di un ospedale o dal vostro medico specialista. Ci vogliono i dati di laboratorio.)
Tempistica e chiarimenti:
La pratica è stata presa in carico dopo due giorni con mail e successiva raccomandata.
Mi è stato attribuito un protocollo e mi sono stati richiesti dei documenti integrativi (cd. Determinazioni CEFT):
- Il certificato di idoneità agonistica (non c’è scritto da nessuna parte di inviarlo), tuttavia ritengo che il motivo sia da addurre al punto 8 del mod. F49. Infatti se il medico dice che non è necessario sospendere l’attività sportiva ma non è un medico sportivo abilitato al rilascio, la competenza ultima spetta al centro di medicina sportiva. Evinco che abbiano voluto la prova che avessi ottenuto l’idoneità e che non fossi un diabetico pazzo-visionario-esaltato che richiedesse il TUE solo per rompere i coglioni (questa è una mia supposizione semiseria)
- Copia degli anticorpi diabete correlati … non li ho mai fatti, ma il C-Peptide incluso nelle analisi dell’esordio e rifatte nel 2007 non lasciano dubbi (oltre a glicemie e glicate). Inoltre per chi ha avuto l’esordio più di 15-20 anni fa credo sia impossibile averli, oltre al fatto che non sono obbligatori e molti centri nemmeno li fanno. Alcuni marcatori, poi, ci dicono gli esperti, non sono nemmno affidabili. Ripeterli dopo anni di diabete, inoltre, non ha più senso. Darebbero dati inattendibili.
- Dati di laboratorio dell’esordio. Non li avevo allegati, credendo bastasse la certificazione dell’ospedale e quella del mio diabetologo e copia delle ultime analisi del sangue.. Ma non è così. Ho dunque inviato i dati in mio possesso con C-peptide a zero riverificato, glicata all’esordio 13.2 e glicemie a digiuno tra 250 e 400. Questo è bastato!
Di mia iniziativa ho allegato una memoria personale per spiegare il caso “diabete di tipo 1” e un incipit nella mail che riporto:
“In allegato trasmetto pratica TUE per atleta con diabete di tipo 1 e relativa documentazione accessoria per l’ottenimento dell’esenzione a fini terapeutici.Trattandosi di patologia cronica a vita senza farmaci alternativi all’insulina per la cura, chiediamo un chiarimento in merito:
- a) alla necessità dell’invio
- b) alla validità della pratica: va presentata una volta nella vita (all life long) o ogni anno?
Abbiamo cercato notizie ufficiali e documentazione in merito, ma le nostre ricerche non hanno prodotto risultati.
Lo chiedo per me e per le migliaia di atleti amatori con diabete di tipo 1 che ogni domenica partecipano da tesserati alle attività delle federazioni affiliate al CONI nelle diverse discipline”
Chiediamo almeno di inserire nella documentazione un apposito paragrafo dedicato alla patologia “diabete di tipo 1” che secondo noi, per la peculiarità, necessiterebbe di una pratica semplificata e adeguata, nella richiesta delle informazioni, alla patologia cronica e alla flessibilità della somministrazione del farmaco SALVAVITA.
Cristian Agnoli”
Credo sia inutile farlo, però tra le note si legge di mandare tutto il materiale che ritenete necessario per chiarire il tipo di terapia e il vostro caso. Dunque se trovate tempo e ispirazione, scrivete. Non ho capito se le hanno lette, ma “dura lex sed lex”.
Il CEFT e NADO ITALIA applicano la legge e i regolamenti, non li interpretano
La Commissione CEFT risponde con documenti ufficiali in cui possono chiedere notizie integrative oppure invian il foglio di accoglimento (grant) o diniego (deny) anticipandolo via email all’indirizzo indicato.
Nel mio caso il TUE per uso di insulina vale fino al giugno 2021. La domanda è stata recepita il 13 luglio, il TUE emesso il 20 luglio 2016.
La durata di 5 anni non so se valga di default per tutti i TUE in atleti con diabete di tipo 1 o se sia legata alla mia età anagrafica-atletica o ad altre ragioni che non ci sono chiare nè vengono spiegate.
TUTTA LA DOCUMENTAZIONE E’ STATA COMPILATA E INVIATA SENZA TELEFONARE O CHIEDERE INFORMAZIONI ALLA NADO ITALIA, MA BASANDOSI ESCLUSIVAMENTE SULLE FONTI UFFICIALI OTTENIBILI VIA INTERNET.
CREDIAMO CHE COSI’ DOVREBBE ESSERE. NON SAPPIAMO SE TELEFONANDO O SCRIVENDO E RICHIEDENDO INFORMAZIONI AVREMMO VELOCIZZATO LA PROCEDURA, AVUTO CHIARIMENTI O OTTENUTO UNA ESENZIONE DI PIU’ LUNGA DURATA, MA ABBIAMO VOLUTO AGIRE SEGUENDO LE ISTRUZIONI REPERIBILI DA NADO ITALIA ACCESSIBILI PUBBLICAMENTE E LIBERAMENTE DA TUTTI GLI ATLETI CHE NECESSITASSERO OTTENERE IL RILASCIO DI UN TUE.