DNL @ X-TERRA WORLD CHAMPIONSHIP MAUI

DNL @ X-TERRA WORLD CHAMPIONSHIP • 28 OTTOBRE 2018
Triathlon Agonistico e Diabete T1
Il Team Diabete No Limits Italia ai Campionati Mondiali di Triathlon Cross
Lo storytelling come fonte di formazione e ispirazione per le persone con diabete di tipo 1

Marco Mangiarotti (CR) e Simone Sciortino (ROMA), triathleti con diabete tipo  1 raccontano la propria esperienza alla finale mondiale di triathlon cross (X-TERRA WORLD CHAMPIONSHIP, Maui, Hawaii), arricchendo così il bagaglio di conoscenze, spunti e suggestioni del laboratorio dal basso DNL.
Alla fine un finisher e un ritiro per guasto meccanico … Precedenza al Finisher Sciorty e poi, più sotto scrollando, il Quitter a Testa Alta … Mangia.

Race Report by SIMONE “Sciorty” SCIORTINO

“Uomo, non temere le sfide, perché sono loro che ti scelgono.
Tu devi sognare uomo, devi imparare a sognare, devi pensare che il traguardo è il tuo obiettivo”
[Aldo Rock]

Scusa ma cos’è l’XTERRA? Se lo finisci poi sei un Ironman? Non proprio…
Da una gara una tantum tenuta nella più remota catena di isole del mondo, XTERRA si è evoluta in un marchio di lifestyle sportivo di resistenza con appeal mondiale.
Tutto iniziò nel 1996, quando la mountain bike e il triathlon si incontrarono in un duello tra i più forti sull’isola di Maui.
La gara consisteva in una nuotata oceanica in acque agitate, una corsa in mountain bike e un trail run.
Rappresentava un audace nuovo format da corsa che attirava triatleti e appassionati di mountain bike. I mountain biker hanno portato il loro stile rilassato e la loro audace sicurezza. I triatleti hanno portato il loro duro allenamento e la loro dedizione. Ben presto scoprirono uno spirito e un atteggiamento comune che li unirono. Per quanto fossero diversi, nessuno dei due riuscì a resistere alle sfide e ad entusiasmare questa nuova offerta multisport. Il filo conduttore di tutte le gare è la sfida e lo stare a contatto con la natura più incontaminata possibile. Di fatti le location di tutte le gare nei vari continenti sono posti fantastici dal punto di vista naturalistico e paesaggistico.
Oggi, il format XTerra è simile a quello Ironman. Ha un tour mondiale e uno europeo, ad ogni tappa si assegnano delle slot per partecipare alla finale di Maui a fine Ottobre.
Le slot sono riservate solo agli age group, e a differenza di come avviene nelle gare del circuito Ironman non vi è rolldown dopo il terzo classificato di ogni categoria, quindi per intenderci: o vai a podio di categoria o non puoi ambire a prendere la slot per il mondiale. La finale si svolge a Maui, negli ultimi anni nella località di Kapalua a nord ovest del’isola, prima si disputava a Makena nel sud-ovest .
La finale a Maui raggruppa tutti i migliori atleti che si sono qualificati nei due tour. La finale incoronerà il campione del mondo XTerra assoluto (professionisti) e i vari campioni del mondo
di categoria (age group).
Il formato di queste gare prevede il nuoto suddiviso sempre su due giri con corsa sulla spiaggia tra uno e l’altro (australiana). Per la bici (rigorosamente in mtb) percorsi tipo gare XC di mountain bike, mentre la  corsa si svolge sempre su sterrato, boschi, trail, spiaggia. Nel 2018 gli atleti presenti erano circa 800.
Io cosa c’entro in tutto ciò? Ecco vi ricordate Cipro? Galeotto fu il podio M-30-34…(http://diabetenolimits.com/attivita/xterra-cyprus/).
Da li è stato un attimo per volare oltreoceano e prendere parte a un evento davvero pazzesco!
Ebbene si, chi lo avrebbe mai detto, al mio terzo anno di triathlon con un passato da “nullafacente”, io e il mio “caro amico” Diabete di Tipo1 che da 14 anni non mi molla un attimo, strappiamo questa qualifica per l’XTERRA WORLD CHAMPIONSHIP, qualifica super ambita dalle migliaia di atleti che si cimentano nella triplice disciplina a ruote grasse.

La preparazione:
La mattina del 16 maggio 2018 mi sveglio con gli occhi mezzi chiusi prendo il cellulare e vedo una mail avente a oggetto: 2018 World Championship Invitation and Access Code.

Ero in piena preparazione del triathlon 70.3 di Lussemburgo del 16 giugno 2018 dunque ho deciso di iniziare a prendere la MTB dopo aver concluso tale gara anche per evitare spiacevoli inconvenienti ( in MTB si va facile per terra ecco da dove deriva il termine “XTERRA”… scherzo ovviamente ☺).
Dal 17 giugno al giorno della gara il totale di km percorsi in allenamento sono circa 3000 km, così distribuiti:

Tipo di attività Attività Distanza totale Tempo totale attività Aumento quota totale Tempo medio h:m:s FC media Distanza media
Ciclismo 66 2.373,68 km 108:23:16 h:m:s 28.894 m 1:38:32 124 bpm 36
Corsa 51 513,97 km 43:27:09 h:m:s 181.939 m 51:07 151 bpm 10
Nuoto 45 89,52 km 36:11:25 h:m:s 50:00 / 2

 

Mettiamola così, ho puntato sulla qualità e non sulla quantità Ci sono amatori che questi numeri li tirano giù in un solo mese…

Come si può notare dalla tabella la mia preparazione è costituita da tanti allenamenti ma di poca durata/distanza. In media a settimana sono circa 10 ore a settimana così distribuite:

  • 4 allenamenti in bici
  • 3 allenamenti di corsa;
  • 3 allenamenti di nuoto.

Gli allenamento di nuoto li faccio sempre al mattino, ore 7 in vasca , prima di andare a lavoro, gli allenamenti in bici MTB e di corsa trail, grazie alla vicinanza di casa con Villa Pamphili, li ho potuti fare o all’alba o la sera dopo il lavoro (a volte dotandomi anche di un faro perché alle 5 del mattino non è ancora giorno, idem per la sera quando si sono accorciate le giornate).
Ho approcciato tutti gli allenamenti in modo molto scientifico (mi sono stupito di me stesso), sarà stata la Responsabilità di prender parte a un Mondiale dove ci sono solo i migliori Age group di tutto il mondo così che tra sole acqua pioggia e vento i 4 mesi volano ed arriviamo senza accorgerci a:

Giovedì 25 ottobre 2018 Un giorno che dura 36 ore 😉
12 ore di fuso separano Roma dalle Hawaii, un viaggio che parte da Roma ore 7.00 del 25 ottobre e termina lo stesso giorno, 25 Ottobre ore 20:00 (ora locale) a Maui ☺.
Usciti fuori dall’aeroporto, insieme al mio amico Fabrizio, compagno di numerose avventure tra cui Cipro, notiamo un clima davvero piacevole.
Anche Fabrizio che è stato a Kona per il mondiale Ironmam dove il clima mette davvero a dura prova, si stupisce del fatto che riuscivamo a respirare con non troppe difficoltà ☺, bene!
Con questa consapevolezza andiamo a riposare e cercare di recuperare il più possibile le fatiche del viaggio.

26/10/2018
Odg: Ritiro bike e nuoto 2km
Mi sono svegliato come se non ci fosse stata alcuna ora di fuso orario sintomo di aver riposato bene.
Ho optato per il noleggio bici per due motivi:

  • Il primo perché dopo la gara di Maui mi aspettava la TCS NY MARATHON
  • Secondo perché il costo che avrei dovuto sostenere per la spedizione è di poco superiore al costo del noleggio e inotre la mia MTB è qualitativamente inferiore rispetto la Cannondale FSI noleggiata.

Ritirate le bici, andiamo ad assaggiare l’acqua dell’Oceano!!!

27/10/2018
Odg: Ritiro pettorale corsetta e sgambata in bici
Approfittiamo dell’alba per correre con una temperatura molto piacevole, manca poco alla gara ed è inutile spossarsi con la corsa nelle ore di punta, portiamo a casa i nostri 6 km a 5’50 ihihhihih (troppo conservatori) doccia e poi ritiro pacco gara.
Al ritiro pacco gara la grande delusione relativamente al merchandising marchiato Xterra World Championship.
Non avevo messo nulla in valigia appositamente per riempirla di gadget e quant’altro ma niente, un misero spazio con pochissimi articoli, vediamo il lato positivo: non ho prosciugato il conto ☺ solo un cappello e una maglietta. Su questo il sig.  Xterra ha tanto da imparare dal sig. Ironman…
Ritirato il pacco gara si mette il race number sulla bici e si va! Facciamo un giro per sistemare altezza sella e leveraggi vari e ci dirigiamo verso il percorso gara.
Gli atleti che incontriamo in direzione opposta alla nostra ci dicono cose incoraggianti del tipo: “lasciate perdere”, “non ne vale la pena”, “buona fortuna”.
Io e Fabrizio continuiamo fino a che metto per primo la ruota sul primo tratto di single track super infangato e lì ho capito che non c’erano le condizioni minime per poter pedalare quindi senza nemmeno sporcare la ruota posteriore mi giro così come Fabrizio e optiamo per una sgambata più semplice senza correre rischi inutili il giorno prima della gara.
Terminata l’ora di bici con 13 km e 400 d+ (a Roma per fare 400 d+  devo salire e scendere per tutti e sette i colli…) andiamo a pranzo e optiamoper  il nostro collaudato e squisitissimo piatto: LOCO MOCO carne uova riso e verdure (ci siamo andati avanti praticamente tutti i giorni ☺).

27/10/2018
GIORNO DELLA GARA: CI SIAMO!!
La cena del pre gara siamo stati bravi e mantenendo la tradizione italiana abbiamo comprato mezzo chilo di spaghetti con tanto di sugo pronto barilla, un tocco di parmigiano ed abbiamo fatto il classico carbo load!
La sveglia è comoda (rispetto alle gare del circuito ironman) alle 6, la colazione la faccio come al solito con 2 fette di pane ai cereali tostato con marmellata, succo  e mandorle. Considerata la poca distanza dal nostro Hotel, andiamo direttamente in bici con uno zaino contenente l’occorrente per gareggiare.
La zona cambio è abbastanza incasinata, ognuno sistema la bici a modo suo, senza rispettare la numerazione progressiva. Vabbè, relax siamo alle Hawaii…
E’ molto importante sistemare l’attrezzatura così che all’uscita dal nuoto prendi la bici più velocemente possibile, quindi: scarpe bici ben aperte in modo tale da indossarle facilmente, calze, casco, occhiali, guanti, fascia per la fronte, cintura con pettorale gara e gel, una borraccia da utilizzare per idratarsi subito dopo la frazione nuoto.
Sistemata la bici, faccio l’ultimo controllo glicemico, ripongo il sensore dentro il porta oggetti della bici, stacco il microinfusore e lo metto dentro a una delle due scarpe già con la % di basale desiderata per affrontare la frazione bike.
Arriva il bello, il bagnetto tra le onde “bassine” dell’oceano, non ho mai visto muri d’acqua del genere, credo arrivassero a 6-7 metri di altezza. Con Fabrizio ridiamo ma è una risata abbastanza folle perché non c’era per niente da ridere. Mettiamo gli occhialini e entriamo per testare la temperatura dell’acqua che era molto piacevole e provare una volta l’ingresso e l’uscita. I giorni precedenti la gara tutti gli atleti a provare gli ingressi e le uscite dall’acqua ed io e Fabrizio che li guardavamo ammirandoli ☺,  a noi bastava il giorno della gara…
Si avvicina lo sparo per la partenza, nell’ordine I PRO e poi le categorie dai 18 ai 34 anni. Distanziati 5’ le altre categorie. Prima della partenza prendo un Gel con Maltodestrine con DE 9 in modo tale da assicurarmi un apporto energetico per affrontare l’intera frazione nuoto e non far schizzare la glicemia verso l’alto.

FRAZIONE SWIM 1,5 KM
9.05 Si parte! FUL GAS…supero la prima onda, il tempo di dare due bracciate e arriva la seconda vado di nuovo sotto e mi arriva anche stavolta in faccia di tutto: pezzi di tronchi, sabbia ecc… riesco fuori, sono vivo i due muri superati! Ora si nuota! La corrente c’era e nel primo giro riesco a sfruttarla molto a mio favore, non ho mai viaggiato così tanto senza muta e in quelle condizioni, l’uscita dall’acqua bene anche in questa fase riesco a sfruttare la forza impressionante dell’Oceano che ti sposta di 30-50 metri in un attimo. Giro di BOA e si riparte con il secondo giro. Questa volta m’ha fragato… non ho fatto in tempo ad andare subito sotto e l’onda mi ha travolto portandomi di nuovo a riva. Con forza e coraggio prendo bene il tempo e supero senza troppe difficoltà le due onde, un po’ la stanchezza e un po gli sballottamenti vari il secondo giro alzo leggermente il ritmo. Esco dall’acqua con il sorriso! Non mi sono mai divertito così tanto durante la frazione Nuoto!! 1700 metri con un passo di 1’44”/100.
Giusto la foto di rito per i fans ☺ e corro a prendere la bici, ovviamente percorrendo una salita di 200 metri, giusto per gradire.

FRAZIONE BIKE 32 KM  1300metri D+
Il racconto della frazione bici meriterebbe un race report a parte, cerco di sintetizzarlo il più possibile.
Temperatura intorno ai 29° percepita 31° con umidità al 60% (poteva andarci peggio)

  • Primissimi km sono su asfalto e terra battuta poiché le condizioni dell’originario tracciato erano davvero disastrose, diciamo che gli organizzatori sono stati furbi nel far sbroccare gli atleti a una certa distanza dalla Zona Cambio così da esser costretti ad andare solo che avanti… Scherzi a parte dopo il famoso tunnel sento un “dai Sciorti”, è sempre bello ricevere un saluto durante la gara, è IL MANGIA (Marco Mangiarotti, un mito di persona anche lui, come me, Type1 ma con un motore decisamente migliore) che mi supera e inizia a farsi strada tra i canneti, con ovvie difficoltà nei sorpassi considerati gli altri partecipanti, il fango e la ridottissima larghezza del percorso.
  • Finito l’entusiasmo dei primi km, inizia il calvario, ovvero saliscendi dalla bici perché con la quantità di fango che c’era non si riusciva a star in piedi. Marco, che aveva fatto nei giorni scorsi più ricognizioni, mi aveva avvisato dicendomi che dovevo portare pazienza perchè sarebbe stato così fino al km 12. Inoltre considerata l’esperienza di Marco seguo pedissequamente le due perle di saggezza che mi ha dato:
  • Non tentare a tutti i costi di stare in piedi sulla bici;
  • Quando scendi dalla bici approfitta per bere e pulire deragliatore, pacco pignoni e ruote da tutti i detriti e il fango raccolto;

Pertanto seguendo i suoi preziosi consigli, tra cadute e in condizioni veramente di “merda” arrivo al km 12.
Ora inizia per me la gara, il fango è pochissimo e iniziano le discese, insomma pane per i miei denti! Inizio a menare serio recuperando molte posizioni. Anche qui le cadute non sono mancate ma per fortuna nulla di grave, giusto in una ad alta velocità la bici mi è praticamente arrivata addosso e in testa (santo casco!). Cerco di essere più prudente e sul più bello e, non sto scherzando, contemporaneamente! Mi punge sul labro un insetto (l’ho fatto a pezzi coi denti perché ero in discesa e non potevo mollare il manubrio) e buco la ruota posteriore! Sulla puntura ci potevo stare ma la ruota noooooooooooooo. Accosto e trovo due spettatori ai quali chiedo con il mio maccheronico inglese se il labro era gonfio o se c’era qualcosa di strano, la loro risposta “Is blue” ahahahah ottimo! In tutto il marasma ho avuto la lucidità di mordermi il labbro pensando che qualsiasi cosa mi aveva iniettato quell’insetto non andasse nel resto del labro, ecco perché era blue! Ahahahah ☺ dai almeno all’arrivo non mi confonderanno per Valeriona Marini! Ihihih
Il cambio ruota tutto sommato OK, me la cavo bene, se non che ho sprecato totalmente una bomboletta di cO2 e quindi la seconda che avevo ha gonfiato ma non troppo la camera d’aria.
Riparto infuriato come non mai stando attento a non forare nuovamente considerata la bassa pressione della ruota. L’ultimo tratto ci riserva ancora tratti di fango ma dopo aver passato l’inferno dei primi 12 km sembro anche avere più sicurezza. Verso la fine si incontra di tutto: gente che porta sulle spalle la bici perché avevano o bucato o si era bloccata completamente la ruota causa fango e filamenti di erba che si raccoglievano come gomitoli attorno alle componenti della bici  che ruotavano, qualcuno che secondo me ha fatto il furbetto tagliando il percorso, insomma bei scenari!.
Inizio a intravedere la spiaggia, nella mia mente mi dico “dai Simo è fatta,  se poso sta benedetta bici poi la corsa è roba mia!”

FRAZIONE CORSA 10,5 KM  300metri D+
Con questa convinzione entro in ZC poso la bici, ho tanta sete quindi all’uscita della T2 bevo circa 10 bicchieri d’acqua tant’è che con lo Staff ormai avevamo stretto amicizia, e parto per la corsa primo tratto tutto in salita poi inizia un saliscendi ma non avevo fatto i conti anche qui con il fango quindi di nuovo giù per terra, scivoloni e si correva il più possibile ai bordi del percorso dove c’era a tratti l’erbetta che ti dava quel poco di grip in più,  ti appendevi ai rami per tirarti su, davi un passo forte sul fango e tornavi indietro di due, insomma anche nella frazione corsa, diversamente da come immaginavo, il mio potenziale non l’ho minimamente potuto esprimere.


La cosa bella è che a tutto ci sia abitua dopo i primi 5 km ti passa tutto lo sbrocco e cerchi solamente di trovare il modo per andare più veloce, stare in piedi e andare diritto verso la Finish line.
L’ultimo tratto è stupendo, una discesa verso la spiaggia, per non farci mancare nulla 200metri sulla battigia con le onde dell’Oceano che ti arrivano sotto i piedi e infine un’ultima salita con il praterello tipico da campi da Golf ( Maui è piena), e poi il TRAGUARDO! EBBENE SI I’M A WARRIOR!!!

METABOLICAMENTE:

TREND 5 GIORNI PRE E POST GARA: 

ANDAMENTO GLICEMICO GIORNO GARA: 

 

La rivista Triathlete ha assegnato a tutti i 617 Finisher dell’X-terra di Maui il premio per miglior performance Age-Groupe dell’anno in considerazione delle difficili condizioni del terreno di gara.

 

RACE REPORT BY MARCO MANGIAROTTI
Mangia’s Anatomy

Arrivo a MAUI, e non sono molto in forma.
Il gg prima di partire i miei bimbi mi devono aver attaccato un virus gastrointestinale.
La notte della partenza non ho praticamente chiuso occhio per il fastidio allo stomaco, ma con l’aiuto di qualche farmaco son riuscito a tenere a bada nausea e mal di testa per tutta la durata del lungo viaggio.
Uscire dall’aeroporto di Kahului, assaporare il vento e l’umidità tipica delle HAWAII è una liberazione. E pian piano mi sento sempre meglio.
Mancano solo 4gg alla gara e dovevo recuperare in fretta.
Già in viaggio, come nei giorni seguenti, ho notato che era necessaria molto meno insulina del solito ai boli dei pasti per tenere sotto controllo la glicemia.
Ho la netta impressione di assorbire poco i carboidrati, e la digestione sembra avere tempi più dilatati.
In sostanza la glicemia scende rapidamente dopo i pasti (e i boli) per arrivare a delle iperglicemie 3h dopo.
Questo credo a causa del virus gastrointestinale che, oltre ad avermi debilitato, probabilmente ha alterato in modo abbastanza importante i miei abituali tempi di digestione.
Il jet-lag si fa sentire, ma la notte riusco a dormire qualche ora.
PROVA PERCORSO: Il mattino dopo andiamo subito sul percorso di gara per registrarci e provare il tracciato MTB. Vediamo arrivare un ragazzo, e’ uno dei professionisti iscritti alla gara, è abbastanza infangato…(quel ragazzo poi è diventato il campione del mondo), ha soltanto provato la prima parte e dalle condizioni della sua bici e indumenti è chiaro quale sia lo stato del percorso.
Io son bravo nel fango, e un po’ me lo aspettavo…la cosa non mi preoccupa, anzi, per via della mia leggerezza, della mia abitudine a correre nel fango, mi sento anche avvantaggiato.
La prova del percorso è più dura del previsto.
A colazione ho iniettato 5u e mangiato davvero tanto per le mie abitudini… proprio a causa del fatto che la glicemia fatica molto ad alzarsi subito dopo i boli ed i pasti, rimanendo pericolosamente sotto ai 100. Non è l’ideale cominciare una attività fisica discretamente impegnativa in MTB con glicemie così basse.
Ho mangiato almeno 100g di CHO: un panino con il prosciutto (anche alle HAWAII ☺), Yogurt con cereali, una banana, un paio di fette di pane con burro di arachidi e marmellata…
Quando cominciamo la prova del percorso MTB, la glicemia comincia finalmente ad aumentare, ma come mi aspettavo in modo eccessivo ad anomalo rispetto ai miei std sotto sforzo…sono passate quasi 3h dalla colazione…è una condizione davvero anomala rispetto alle mie abitudini, devo gestire questa situazione nel migliore dei modi, perché dopo pochi gg avrei dovuto affrontare il mondiale, probabilmente con tempi digestivi di questo tipo…
Il percorso non è tecnicamente impegnativo, ma è in condizioni molto peggiori di quelle che immaginavo.
Senza fango sarebbe fisicamente sicuramente tosto, per via dei 1000m di dislivello, ma decisamente veloce e lineare, niente di particolarmente problematico…ma c’è il fango.
Praticamente metà percorso è all’ombra sotto le piante e il fondo umido tipico delle foreste pluviali, non potrà mai asciugare…le pioggie dei gg appena trascorsi lo hanno appesantito e reso paludoso e oltremodo fangoso. Molte salite sono da fare necessariamente a piedi, per via della pendenze e per il fango che rende impossibile la trazione con qualunque tipo di battistrada. Anche a piedi quasi non si riesce a salire. L’aria è molto umida e quasi si respira a fatica.
Impossibile pensare che l’acqua o le paludi che affrontiamo, si possano asciugare entro il gg della gara. Anzi viste le previsioni son convinto che la situazione possa solo peggiorare. A completare il quadro, il resto del percorso è più esposto ed assolato, ma è stato disegnato all’interno di campi di canna da zucchero. Le canne sono state semplicemente appiattite e si pedala quindi su un letto di frasche, con il rischio di raccogliere di tutto dal terreno, grippando ruote e trasmissione.
Durante la prova del percorso, siamo spesso costretti a fermarci e pulire le biciclette da fango e detriti e canapa che si avvolge ovunque, per poter proseguire. Son cose che capitano in MTB, ci sono abituato, ma non devono capitare in un mondiale, dove certi requisiti tecnici e di sicurezza dovrebbero essere sempre garantiti. Naturalmente qualche tratto in condizioni decenti c’è e lo sfruttiamo per riprenderci e tornare a spingere.


Il problema maggiore è quindi la tenuta meccanica delle biciclette. Ho provato il percorso due volte in due gg successivi ed in entrambi i casi non ho avuto particolari problemi meccanici ma a fine giro la mtb non ne poteva davvero più, sentivo la catena stridere, e gli attriti della trasmissione, delle ruote, dei mozzi rendono la pedalata molto più pesante. Per poter completare il circuito ho però stabilito che periodicamente sia necessario fermarsi e pulire la bici dai detriti e fango raccolti.
Per ottimizzare queste azioni, che anche i pro son convinto dovranno mettere in conto, ho pensato di sfruttare le fasi in cui sarà necessario scendere e spingere la bicicletta a mano.
Anziché forzare ulteriormente in queste fasi, decido che le sfrutterò per riprendermi, mangiare, dare un occhio alle glicemie e pulire la bicicletta…camminando per qualche tratto invece di correre a spinta…il guadagno in termini di tempo non sarà così determinante in queste fasi soprattutto di salita ripida in mezzo al fango.

Sarà una gara lunga dura e piena di imprevisti. Vincerà chi sarà più bravo ad evitare i contrattempi, gestire le energie ed avere un passo costante.
E’ sicuramente un modo di correre che mi si addice, ma un po’ mi dispiace perché un percorso del genere darà meno evidenza alla prestazione atletica pura (e a chi si è allenato cercando la prestazione) privilegiando gli atleti più resistenti, tenaci e abituati a soffrire. Ma ormai siam qui e bisogna ballare. Cerco di prenderla positiva e di convincermi che io sono adatto ad una corsa impostata in questo modo.
Le glicemie in questi due allenamenti si somigliano molto.
Le colazioni e le integrazioni sono state praticamente le stesse nei due gg di prova.
Osservando i grafici dei due gg  di allenamento (la data si riferisce al gg successivo), si nota come subito dopo la colazione, la glicemia sia rimasta per almeno un paio di ore a valori prossimi a 70. A colazione mangiavo circa il doppio dei CHO che considero abitualmente. Anche negli altri momenti della giornata si evidenzia l’anomalia della digestione di queste giornate, causata sicuramente dal virus gastrointestinale che avevo preso prima di partire.
Le glicemie più basse corrispondono alle ore successive ai pasti (dove il bolo è più attivo) ed aumentano circa 3h dopo in modo estremamente importante.
Per correggere questi picchi legati ad una digestione molto lenta (anche se non sentivo lo stomaco pesante) dovevo continuamente correggere con dei microboli aggiuntivi.
La basale è rimasta fissa (anche durante gli allenamenti in MTB) a 0,7U/h come nei gg prima della partenza.
Di solito la imposto al 50% quando esco in bici, ma osservando i decisi incrementi 2-3h dopo la colazione, proprio mentre cominciavo la prova del percorso, l’ho lasciata a ragione al 100%. E ciò non è bastato poiché nelle 3h necessarie alla prova del percorso, ho anche dovuto iniettarmi 1u circa 2h dopo la partenza. Nessuna integrazione. Altra grande anomalia rispetto ai miei std ed alle prove effettuate prima della partenza.

7.30: Bolo 5u
8.00: 100g CHO Yogurt con cereali e frutta secca, panino al prosciutto, 2 fette pane tostato con burro arachidi marmellata, una banana. Glicemia in leggera discesa e oscillante intorno a 70 per le h successive.
10.30: cominciamo la prova del percorso nessuna integrazione CHO e basale al 100%. Glicemia in salita decisa, fino ad un picco di 250 verso le 12.30
12.30: inietto 1U insulina e concludo la prova verso le 14.00. Glicemia in disecesa ma non decisa.
14.00: 3U insulina   30g CHO barretta frutta secca Glicemia stabile
15.00: 4U doccia e “pranzo” 50g CHO

Più o meno è andata così per entrambe le giornate, con varie integrazioni di CHO e insulina a seconda del bisogno, voglie merende etc. ..in fin dei conti sono in vacanza, qualche dolcetto e stravizio ci sta anche prima di un mondiale!


Un paio di gg prima della gara incontro il mio amico, compagno di avventura e di diabete, Simone Sciortino. E’ appena arrivato e voglio condividere con lui più informazioni possibili.
Non proverà il percorso per non consumare energie preziose, e son certo che faccia bene.
Gli faccio sapere cosa dovrà aspettarsi e conoscere la mia strategia di gara e di gestione metabolica.
Gli consiglio di evitare prova a piedi e MTB per lo stato pietoso del percorso, rischierebbe di compromettere la bici, infangare le scarpe etc. per provare un percorso che tanto in gara non può essere affrontato alla ricerca della prestazione.
Si dovrà pensare unicamente ad essere ordinati concentrati e non commettere errori. I tratti più tecnici saranno comunque da fare a spinta, e nella frazione run, più che andare forte bisognerà pensare a non scivolare e stare in piedi…con queste premesse la prova del percorso rischia di essere un inutile dispendio di energie mentali e fisiche.
Simone è esaltatissimo per questo mondiale, preoccupato il giusto ma son convinto che porterà a casa un bel risultato. E’ molto positivo. Va bene così!

Ho le gambe distrutte più per i lividi tagli e graffi delle piante sul percorso e dei pedali per via del continuo saliscendi a spingere la bici. Fisicamente mi sento a posto, devo ancora recuperare il jet lag ma ho davanti 2gg di riposo pieno, in cui pensare solo a riprendere le energie. Ormai il percorso è digerito, anche la frazione a piedi, che sarà da correre su fondo identico, fangoso e scivoloso non mi preoccupa…ormai so che sarà una gara a chi resiste di più…non vincerà di certo il più veloce…ma il più tenace e caparbio. Ora conta solo rimanere concentrati e risoluti senza commettere errori.

Arriva finalmente il giorno della gara… Da domani penserò solo a godermela e far festa, ma oggi sto bene e darò il massimo.
Nel frattempo le mie risposte glicemiche sembrano essere tornate quasi quelle prima del virus gastrointestinale e torno ad una strategia insulinica di gara molto simile a quella provata negli allenamenti ad ISEO. Son passati due giorni in cui ho solo pensato a riposarmi e godermi questa splendida isola.
Ho provato la frazione di nuoto ed ho scoperto la potenza delle onde del pacifico.
Sarà importantissimo durante la gara affrontarle correttamente evitando di essere travolto respinto etc.
La frazione di nuoto da 1500m è divisa in due parti da 750, per cui sono previsti ingresso in acqua, uscita, di nuovo ingresso ed uscita. Per 4 volte bisogna affrontare le onde, l’ingresso in acqua è più facile, poiché basta aspettare il momento giusto, immergersi tuffandosi al di sotto dell’onda che si infrange, sorpassandola sott’acqua. L’uscita è più difficile, l’onda andrebbe cavalcata e prima che si chiuda si dovrebbe riuscire a lasciarla scorrere…se si sbagliano i tempi e l’onda ti si chiude addosso, si viene schiacciati e frullati sul fondo, che per fortuna è sabbioso in questa parte dell’isola.
Oggi c’è il sole, è una giornata bellissima, e le onde sono le più alte viste in questi ultimi giorni.
Arrivano a gruppi di 4 o 5 ogni 3-4’ circa. Saranno alte anche 3m…Non voglio pensarci, se le affrontano gli altri, posso farlo anche io…In Italia avrebbero evitato di farci correre, ma qui non se ne parla, “questa gara sà da fare!”.

H 7.00: La gara parte alle 9.30, quindi 2.30h prima faccio colazione con 5u e almeno 70g CHO: mezzo panino al prosciutto, due fette di pane tostato con burro di arachidi e marmellata, banana e yogurt. Glicemia intorno a 120.
H 8.30: Sono sulla spiaggia che comincio a prepararmi per la partenza. Ho lasciato la bici in zona cambio e la glicemia è in salita poco sopra i 150. Cominicio a sentire la tensione e guardo le onde con una certa preoccupazione…
H 9.15: Ormai la glicemia ha passato i 200, mi inietto 0,8U, stacco il microinfusore, lo imposto su una basale temporanea al 50% per le prossime 5h e lo metto in una bustina di plastica ermetica.
Un normale sacchetto trasparente, legato stretto con un nodo in modo da non far bagnare il micro. Il micro lo tengo con me. Lo metto sotto il body (a MAUI l’acqua è calda e la muta è vietata).
La mia strategia è quella di completare la frazione di nuoto con micro staccato, quindi, all’uscita dall’acqua, sfilare il micro dal sacchetto e collegarlo alla cannula che io incollo sempre nella parte posteriore dell’omero, vicino al tricipite…il tutto mentre di corsa arrivo in zona cambio, per non perdere secondi preziosi.
Il sensore posizionato sull’omero dx resterà protetto per tutta la gara dalla fascia elastica, mentre il cerotto con il catetere (omero sx) lo lascio libero ed accessibile per potervi attaccare il microinfusore al momento opportuno. Di solito il cerotto con la cannula non si stacca se è incollato al massimo da un paio di gg.
H 9.30: la glicemia è quasi 250 e parte la gara. Nuoto senza commettere errori, ho visto affrontare le onde agli atleti delle due batterie prima della mia e non li invidio. Ora tocca a me, entro di corsa ma senza affanno, affronto le prime onde con un discreto tempismo e poco dopo mi ritrovo a nuotare con un passo abbastanza regolare, alla ricerca della respirazione e di una bracciata fluida nonostante le onde. Arrivo alla prima uscita dall’acqua senza aver spinto eccessivamente. So che è una gara dura e voglio gestire al meglio la frazione in acqua che non è certo il mio forte.
La prima uscita è quasi indolore perché son fortunato e riesco a venire fuori dall’acqua in una pausa tra la serie di onde più impegnative. L’ingresso in acqua della seconda parte è altrettanto sicuro, ma non è così all’uscita. Esco proprio mentre arriva un treno di onde davvero imponenti. Decido di rallentare, mi faccio superare dalla prima quando è ancora in formazione, la seconda invece si sta per chiudere proprio dietro me, così mi fermo mi immergo a candela e la lascio passare. Un poco mi “frulla” e la corrente mi risucchia lontano dalla riva…spingo più che posso per uscire nella pausa tra le onde in successione. Vengo preso di striscio, soltanto un po’ di sconquasso che mi riempie di sabbia ma esco abbastanza in controllo e corro verso la zona cambio.
Intanto rompo il sacchetto che contiene il microinfusore e me lo attacco al braccio. Rimetto il microinfusore senza il sacchetto sotto al body (son pieno di sabbia) e arrivo alla mia MTB in zona cambio.
Più o meno credo di essere nelle prime 20 posizioni della mia categoria, tutto come da programma, a nuoto non ho sbagliato, non sono andato forte, ma va bene così…adesso in MTB ci penso io.
H 10.00: Il primo tratto è semplice con molta salita impegnativa. Spingo al massimo per recuperare subito più posizioni possibile. Non voglio trovare traffico proprio nei tratti guidati in single track in mezzo al fango dove sarà quasi impossibile sorpassare.
Per recuperare, faccio delle vere e proprie ripetute in “fuorigiri” e passo in tutti gli spiragli possibili.
“Alla prima salita a piedi devo pulire la bici”, penso…
Dopo circa un paio di km sorpasso “Sciorti” che era partito la batteria prima della mia.
Mentre proseguo per la  mia strada sento il suo urlo di incoraggiamento: “daieeeee Marcoooo!”… Continuo nella mia rimonta e mi ritrovo a battagliare in un tratto guidato contro un mio pari categoria della repubblica Ceca, un certo “PAVEL”…è più bravo di me sul fango e faccio molta fatica a copiargli le traiettorie sul guidato, ma in salita son più forte io e mi si mette in coda (scoprirò poi che questo PAVEL ha vinto la medaglia di argento della mia categoria, ad un minuto dall’oro)… più o meno al 5°km sorpasso anche Luca Berardini: avevo provato con lui il percorso nei gg precedenti la gara. E’ della categoria partita prima della mia…è uno forte…ce le diamo sempre di santa ragione!
Se l’ho preso vuol dire che sto andando bene, penso.
Il sorpasso mi dà morale e spingo nonostante la salita sia davvero impegnativa…Proprio in questo momento sento il pedale bloccarsi…non forzo, e subito scendo dalla bici per pulire la ruota. Provo a ripartire ma cade la catena. Pulisco ancora la bici la trasmissione e il cambio… intanto mi risorpassa Luca, poi Pavel…poi…tutta la mia fatica per recuperare sprecata…son fermo a pulire la bici, provo a rimontare in sella ma come ruoto il pedale la catena cade. Spingo la bici in un tratta più luminoso e con le mani completamente infangate cerco di capire cosa cè che non va alla trasmissione.
Sembra tutto a posto ma il cambio non è libero…non capisco. La catena non sta su. Ormai son passati 5’. Decido di spingere la bici per un tratto sperando che si possa ripulire o sbloccare facendo girare la ruota. Ho cercato di pulire il più possibile dalla canapa avvolta, dai blocchi di fango e dalla argilla…niente. Come provo a pedalare la catena cade. Ormai son passati 20’…la mia battaglia per una medaglia è finita ma voglio completare il percorso, ho bisogno di sfogare la mia rabbia…voglio finirla, metter giù la bici in zona cambio e fare la frazione a piedi come se non ci fosse un domani…ho troppa rabbia dentro da sfogare.
H 10.45: Fino a quel momento mi ero dimenticato della glicemia, e di alimentarmi…con le mani infangate prendo il micro e guardo cosa dice il sensore: la glicemia: è in calo abbastanza rapido (~100) ed è meglio mangiare qualche cosa. Bevo 60ml di enervitene (45g di CHO rapidi). La glicemia sale quanto basta. Cammino e spingo la bici per altri 5km nel fango convinto di poter finire la gara. Arrivo ad una radura tra palude fango e foresta, dove trovo una specie di punto di assistenza. Con l’aiuto di un coltello provo a pulire dalla canapa la trasmissione della bici. Ho capito cosa c’è che non va. Il pacco pignoni è bloccato non gira più folle sulla ruota…in questo modo è impossibile che la catena stia su. Devo sbloccarlo.
Ci lavoro per quasi un’ora…poi mi guardo le mani…son pieno di tagli… con il fango non me ne ero accorto…il pacco pignoni non si sblocca. Chiedo quanti km mancano, e mi dicono ancora 18…ne avevo fatti solo 6 a piedi…impossibile pensare di farne il triplo…son scarico, e sconfortato…la moto di assistenza della organizzazione mi consiglia di ritirarmi, facendo tutto il percorso a piedi andrei oltre il tempo limite… Ormai son quasi 2h che traffico tra fango e catena, per provare a completare questa gara assurda…e sfortunata…son stufo…ho solo voglia di farmi una doccia bere qualche birra e dimenticare. Con le mani sanguinanti, mi ritiro.
h 12.30: Ci metto un bel po’ ad arrivare alla zona cambio. Recupero le mie cose e cerco di farmene una ragione per ritrovare la calma. La glicemia oggi non è mai stata un problema. Sempre dove come mi aspettavo.
La bici è bloccata, la voglio smontare per capire, ma dentro di me so bene cosa è successo…ho chiesto troppo, avrei dovuto aspettare in coda e non sorpassare in punti troppo sporchi etc….ma come si fa?!…io ero lì per una medaglia e non passo perdere tempo in coda ad un atleta che va la metà di me solo perché è partito la batteria precedente.
I pro partono in prima batteria e questo problema per loro non esiste o quasi…ci sono abituato, le gare di MTB son così…i percorsi vengono comunque studiati per garantire a tutti la possibilità di esprimere il proprio potenziale…questo percorso non lo permetteva e bisognava provarci lo stesso…io tutta la gara l’ho corsa sorpassando in posti troppo sporchi e questo ha fatto si che grippassi tutto dopo pochi km…Non son l’unico ad aver avuto questo problema. Il tracciato eccessivamente fangoso e approssimativo non permetteva il sorpasso a meno di correre seri rischi meccanici e non solo…sui lati, la canapa veniva raccolta insieme al fango e creava dei blocchi inestricabili, se ci si metteva anche un po’ di sfortuna (come è capitato a me).
Durante la prova del percorso, questo non è accaduto, poiché avendo pista libera, passavo sempre nella traiettoria pulita. Oggi le cose erano diverse…ma me lo aspettavo e ci ho provato…è andata male…non posso farci niente.
h 13.30: Arrivo in camera, mi lavo, lavo i vestiti, lavo la bici, lavo via il fango come a voler sciacquare i ricordi di questa gara…poi cominciano i messaggi e qualche birra…la rabbia, la birra, la sdraio, il sole…la glicemia sale…va beh oggi basta, non ci riesco a fare il bravo…andrà a posto anche quella, poco dopo, insieme al mio morale…sono alle Hawaii, in fin dei conti, è il posto migliore del mondo per farsela passare.

A casa in Italia, tutta la mia famiglia, i miei amici, erano collegati alla diretta in streaming. Un drone adibito alle riprese nella foresta (moto e telecamere non potevano arrivarci) mi inquadra proprio mentre sto litigando con la bicicletta, è chiaro che ho dei problemi. Barbara lo capisce, ed anche Mattia il mio bimbo più grande…E’ notte in Italia e lui si addormenta nella incertezza. Quando si sveglia il mattino dopo, ci sentiamo al telefono, e poverino piange perché ha saputo che la gara è andata male. Vorrei stringerlo, gli dico che non fa niente, che è solo una gara, e di non essere triste, di non preoccuparsi, perché il papà tanto ne vince un’altra …