ARTICOLO SULLA RIVISTA AME (GENNAIO 2017) ISPIRATO ALLE ESPERIENZE REAL-LIFE DEL RECENTE PASSATO MADE IN DIABETENOLIMITS
LINK PDF articolo AME_DNL gennaio 2017
DNL DOCS @ CONGRESSO AME & FMSI 2016
Il piccolo laboratorio “diffuso” e “dal basso” DNL ottiene udienza in due importanti convegni nazionali:
– 15° Congresso Nazionale AME (Endocrinologia) • Roma, dal 10 al 13 novembre 2016 > link
– XXXV Congrezzo Nazionale della Federazione Medico Sportiva Italiana • Roma, dal 30 novembre al 2 dicembre 2016 > link
Con tagli diversi, ma identici obiettivi, si tratterà di diabete T1 e attività di endurance in ambito di “real life”.
Il dottor Mario Vasta avrà l’onere e l’onore di presentare alcuni risultati e indicazioni ottenuti da “test sul campo” con atleti “di tipo 1” 100% made in DNL.
Speriamo la presentazione del nostro doc Mario sia di ispirazione e stimolo alla autorevole platea.
DNL segue la via della sperimentazione dal basso. La strada è lunga, tortuosa e ondulata ma anche a più corsie:
c’è posto per tutti coloro che vogliono condividere il nostro percorso!
Abstract > DIABETE T1 E ATTIVITÀ SPORTIVA DI ENDURANCE: QUANDO LE LINEE GUIDA NON BASTANO. IL RUOLO DELLE VALUTAZIONI “REAL LIFE”
di Doc Mario Vasta feat. Doc Maurizio Sudano
L’attività fisica ha un ruolo chiave nel trattamento del diabete mellito di tipo 1 e 2.
Tuttavia, malgrado la pletora di raccomandazioni societarie sull’efficacia dell’attività fisica di intensità moderata,la letteratura sul rapporto fra sport propriamente detto e DMT1 è più scarsa, malgrado le migliaia di atleti diabetici impegnati nelle competizioni di tutto il mondo.
L’attività sportiva competitiva è stata spesso sconsigliata dalle società scientifiche, e la ricerca si è limitata a situazioni ‘di laboratorio’ standard a carichi medio-bassi, poco indicative
delle situazioni incontrate nella realtà dagli atleti.
Qui presentiamo i dati esplorativi rilevati in due atleti con DMT1 impegnati in attività sportive di ‘real life’.
Dapprima presentiamo i dati di un diabetico T1 impegnato
nell’UTMB 2013, competizione internazionale di ultra-endurance in ambiente alpino.
Secondo le linee guida l’assunzione percompetitiva di carboidrati (CHO) in un atleta impegnato in attività di endurance dovrebbe essere di almeno 1 g/CHO/h.
Durante le 35 ore di gara sono stati registrati l’assunzione di CHO, i boli insulinici e le glicemie capillari.
Al termine della competizione (portata con successo a termine), il fabbisogno di CHO si è attestato a 0,6 g/CHO/h, il 40% in meno di quanto raccomandato, pur in presenza di profili glicemici adeguati alle raccomandazioni cliniche.
Nel DMT1 il fabbisogno di CHO durante l’attività di endurance è influenzato non solo dalla durata e l’intensità dello sforzo, ma anche del livello di allenamento, e in particolare
dalla capacità di utilizzare come substrato energetico principale i NEFA rispetto ai CHO, switch energetico presente con la medesima efficienza nei diabetici.
Nel secondo caso presentiamo l’effetto degli sforzi intensi sulla risposta metabolica nel DMT1. Sottoponendo un triatleta ad un test incrementale abitualmente utilizzato per testare la soglia anaerobica, si assiste ad una spiccata risposta iperglicemica strettamente correlata all’incremento della frequenza cardiaca, ben diversa dalla temuta ipoglicemia spesso prospettata dagli specialisti.