Francesca Zini [25 anni, #ditipo1, VI] debutta nel mondo del triathlon.
IL BATTESIMO DEL TRIATHLON … Racereport a cura di Francesca Zini
E’ il 7 maggio il giorno che ricorderò come battesimo di Francesca triatleta (passatemi il termine). Ebbene sì,fino a due anni fa mai avrei pensato di poter essere qui un giorno a farvi un resoconto di una gara di triathlon in cui sono protagonista. Chi mi conosce sa che nelle mie vene scorre sangue ‘montanaro’ e che quindi fino a poco tempo fa la corsa in pianura mi annoiava un po’, che alla bici da corsa avrei sempre preferito una mtb e che in acqua non sono mai stata un pesciolino. Tutti falsi preconcetti. Mi sono avvicinata a questo sport e mi son fatta prendere la mano.
Senza tanti preamboli che non sto a raccontarvi, la mia condizione atletica di partenza risulta abbastanza buona tenendo conto che mi sono allenata sempre da sola in tutti e tre gli sport seguendo solo i preziosi consigli del mio trainer a distanza. Questa prima prova su distanza sprint si inserisce come prova generale in vista della vera Gara che disputerò a Bardolino il mese prossimo su distanza olimpica. Decido di partire per Rimini prendendola come una ‘occasione ludica’ per esercitarmi su logistica, cambi e capire un po come si gestisce il tutto, senza pretese insomma. Ciò che mi spaventa di più è la frazione nuoto: è la mia prima prova in acque libere e non so come affronterò gli imprevisti che possono capitare in mare. E il freddo? E le zampate? E la traiettoria come si fa?! Ore 9.00 dopo lo sparo capisco tutto. Mi immergo e per i primi 200mt lo ammetto, ho nuotato a cagnolino, ho bevuto ad ogni bracciata e sono arrivata alla prima boa senza mai fare più di due bracciate di seguito. Poi lo shock termico passa e riprendo la mia nuotata regolare che mi consente di recuperare posizioni e arrivare a riva rilassata e con un buon piazzamento. Dopo 15’40’’ sono in zona T1 che cerco di fare le cose con metodo ma perdo tempo con glucometro che non funziona e scarpette che non si allacciano..mannaggia davanti a me, nessuno, tutte già andate! Parto pedalando forte con l’intenzione almeno di acchiappare qualcuno per sfruttare la scia (è consentito!), trovo Federica, la malcapitata, e decidiamo per tirare un paio di minuti a testa per questi 20km che correremo sul circuito del lungomare. In quel momento mi accorgo che oltre al glucometro anche orologio gps e contakm mi hanno abbandonata e non ho parametri di riferimento. Vado a sensazioni sia sui pedali che sulla glicemia, confondo la pesantezza di gambe con un sintomo di pre ipo e mi caccio giù un gel da 20gr al 10km pensando che mi sarebbe servito poi per partire con la corsa già un po più carica. Nel frattempo un gruppo ci raggiunge sembra che spingano in realtà non sanno coordinarsi nel cambio e finiamo per abbassare la media; quando arrivo in T2 sono già passati 43’ dallo start. Via di corsa, 3 giri da 1,7km, tot 5km e poi il traguardo. Non sento fatica nell’affrontare il cambiamento di movimento e mi metto a trottare al mio passo (che non so effettivamente quanto era, forse 5,10/km?) e supero anche le due/tre ragazze che in bicicletta avevano imposto il loro ritmo. Sempre a sensazione nel secondo e ultimo giro cerco di incrementare la velocità di poco alla volta e spinta dagli incoraggiamenti del mio sparuto (ma degno di merito) gruppo di tifosi guadagno le ultime tre posizioni prima del traguardo dopo 27’ dall’ultimo cambio. Oltrepasso la finish line e ho ancora energia (forse troppa!), ‘avrei potuto spingere di più’ penso, ma se guardiamo bene l’obiettivo di oggi non era divertirsi?? La serenità con cui ho affrontato il percorso e il sorriso con cui mi hanno immortalato all’arrivo sono la prova di quanto mi sia divertita in questa splendida Challenge. Un grazie va Martina Dogana per aver fatto nascere una squadra nel territorio vicentino dove il triathlon è sconosciuto e un altro grazie grosso così a chi crede nelle mie capacità più di quanto ci creda io.
Tirando le somme, concludo questo primo esordio in 1h27’, 4° posto di categoria e 42° assoluta, e ….un 475 di glicemia…una bella risposta adrenergica J. Prendendola meno sul ridere questa performance è stata ricca di lacune e sbagli dal punto di vista metabolico.
risveglio: ore 6.30.. 241 anche se mantenuta invariata la basale della sera e 6u per 48gr carboidrati a cena.
Ore 7 colazione: banchetto in hotel con ogni ben di Dio, riesco a tenermi a freno nel provare tutti gli 8 tipi di torte fatte in casa e finisco per assumere ca. 60gr cho, che si nascondono in mezzo ai grassi dell’impasto della torta di mele della nonna malefica. Tot. 7u di humalog (+2u rispetto al solito)
Ore 8.30: levemir invariata 6u
Ore 9 start: decido consapevolmente di non provare la glicemia, è passata poco più di u’ora dalla colazione so già che è oltre 220, solo che non riesco a quantificare l’impatto dell’agitazione (davvero tanta) su quel valore già alto. Non me ne vogliate, a volte preferisco non sapere e andare avanti per la mia strada, anche se non mi lascio condizionare quasi mai dai numeri del glucometro. So di non sapere. E se anche avessi saputo non avrei comunque agito a 2 min dalla partenza in acqua.
Ore 9.40: 20gr cho gel, preso dopo avere avuto la sensazione di fiacca che subiscono i miei polpacci prima di un ipo. Andare a sensazioni = a volte toppare di brutto..e infatti…
Ore 10.30: finish line nessun sentore di glicemia alta sulle gambe, nessuna difficoltà a correre, solo quella sensazione di bocca asciutta..risultato? 475…meglio farsi 4u di correzione va’! Dopo un’ora la glicemia permane a 415 e decido di lasciare che si abbassi insieme alla tensione e via via all’ora di pranzo mi ritrovo con un 145 tutto sommato neanche male. Una carbonara di pesce me la merito o no?!
MORALE DELLA FAVOLA: se non hai altri mezzi, vai a naso: se sbagli paghi ma se sei fortunata e non ti lasci condizionare forse ti capita anche di farcela. Chi non risica, non rosica…ma alla terza canta il gallo! Ocio!
Non imitatemi a casa, o fatelo con la supervisione di un adulto..:-)e poi divertitevi come ho fatto io! Alla prossima avventura #ditipouno

