TUCMA 2016 - Francavilla Al Mare - dal 10 al 13 marzo 2016

TUCMA LAB

SPERIMENTAZIONI MADE IN TUCMA
Report Umoral-Tecnico
( ovvero, perché sperimentare? )

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a cura del dott. Maurizio Sudano

Il camp DNL 2016 è stato all’insegna della sperimentazione. Con un notevole sforzo organizzativo.
Per tutta o quasi  la durata del TUCMA è echeggiata la parola d’ordine “sperimentazioni, sperimentazioni!” Lattato, soglie, ripetute, glicemie al volo ecc. , un bello smazzamento sia per i docs che per gli atleti impegnati.
Già, ma perché darsi tanto da fare? Non bastava la collaudata (ed apprezzata) formula “allenamenti/briefing/lezioni/un- briciolo- di -cazzeggio” che già così è un unicum in Italia?
Chi segue a fondo le vicende DNL sa già la risposta: no, non poteva più bastare.
Il “DNL style” è qualcosa di più che un semplice incontrarsi per patteggiare un compromesso tra il diabete e il proprio sport preferito.
E’ una filosofia (bum!) che mette al centro dell’attenzione L’ATLETA E LO SPORT DI ENDURANCE.
Stiamo parlando di persone che vogliono un miglioramento delle proprie performances sportive e psico-fisiche in generale, che fa gare, dalla corsa campestre provinciale ai trails più estremi, dalle gran fondo di ciclismo ai triathlon, e che per ottenere questi risultati deve tener conto del fatto che…c’è il diabete.
Quindi largo spazio alla fisiologia dell’attività fisica, tecniche di allenamento, e soprattutto al concetto che le conoscenze scientifiche, unite a (tanto) buon senso e (tanta) applicazione permettono alla persona con diabete di godere IN SICUREZZA del proprio di sport preferito in funzione dal livello atletico che vuole raggiungere, senza limiti imposti da linee guida più o meno fantasiose.

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Già, le linee guida… Negli ultimi due anni abbiamo ripetuto fino alla nausea che linee guida dettagliate su “diabete e sport” non possono esistere. Troppe le variabili in gioco: livello di allenamento, ritmo e intensità della prestazione ecc.
Questa obiettiva difficoltà ha però generato due atteggiamenti contrapposti.
Molti medici si sono trincerati dietro il terrorismo a buon mercato, o, nella migliore delle ipotesi, dietro un sincero “boh?”.
Gli atleti, sentendosi “trascurati”, hanno proseguito nella loro personalissima strada di “tentativi ed errori” che ha dato comunque eccellenti risultati, (con grande stupore dei medici di cui sopra), ma che è eccezionalmente lunga e faticosa, e, in certi casi, A RISCHIO quando guidata dalla casualità o dall’eccesso di entusiasmo.
Noi (non è un delirio papale, quando scrivo “noi” intendo Cristian, me, Mario, Alberto, Laura e Andrea, (i nuovi entusiastici colleghi che ci hanno raggiunto), Andrea Guerra, e tutti gli altri che credono a questo progetto) invece riteniamo che una standardizzazione di partenza può esistere, a patto che si facciano tests REALISTICI, rispettosi delle caratteristiche atletiche del soggetto e delle specificità della prestazione affrontata, e fattibili con poca spesa.

Schermata 2016-04-12 a 17.56.57Così, dopo un primissimo assaggio al Camp Mellito 3.0 di Lucignano del 2014  (e tanti altri in precedenti camp e auto-sperimentazioni già resocontati sui canali telematici DNL) con il test di soglia effettuato da Marco Mangiarotti (che ha dimostrato, se qualcuno aveva ancora qualche dubbio, che prestazioni fuori soglia anaerobica determinano un notevole incremento della glicemia), quest’anno abbiamo “osato” di più. Schermata 2016-04-12 a 18.00.23
L’idea era quella di effettuare un allenamento di qualità classico in condizioni basali e post-prandiali in due gruppi di atleti (podisti e ciclisti), e verificare le risposte metaboliche.
Devo ammettere che l’idea della “doppia” (partorita, manco a dirlo, dalla fertile mente del Presidentissimo) aveva lasciato in un primo momento perplessi me e Mario, non tanto per il concetto in sé, quanto perché ci sembrava eccessivamente impegnativa per gli atleti, coinvolti comunque in un tourbillon di 72 ore di impegni assortiti.
Ma l’adrenalina geneticamente predeterminata di Cristian alla fine ci ha contagiato (e comunque la discussione è stata troncata dall’agnolesca e immancabile “sono atleti ecchecazzo!” ).
Volutamente sono stati scelti due tipi di allenamento classici (ripetute 4 x 1000 per i podisti, cronoscalata 5,2 km per i ciclisti) che sono “pane quotidiano” per gli atleti di endurance, in modo da comprendere gli adattamenti in situazioni dinamiche e da strada.
I risultati sono stati a dir poco notevoli, perché hanno dimostrato la “prevedibilità” di alcune risposte in base allo sforzo sostenuto e alle glicemie di partenza.

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Molto in breve. Le ripetute 4×1000 e la cronoscalata a digiuno hanno dimostrato che anche in condizioni “non stazionarie” attività massimali determinano un incremento della glicemia, poco importa che si corra o si pedali, PURCHE’ LE GLICEMIE DI PARTENZA SIANO ACCETTABILI (spiegherò dopo perché).
Chi, per scelta, non si è sentito di “spingere” mantendo così bassi livelli di lattato, ha mantenuto un profilo “piatto” che già ben conosciamo dal monitoraggio degli allenamenti “lipidici” a digiuno.
Altro dato interessante è che, nel singolo atleta, le risposte allo sforzo TENDONO A RIPETERSI ANCHE IN CIRCOSTANZE DIFFERENTI.
Un esempio su tutti Alberto (il “re dell’adrenalina”) che anche in altre situazioni ha registrato un impennata di FC , lattato e glicemia del tutto analoga.
Schermata 2016-04-12 a 17.56.38I tests post-prandiali hanno mantenuto lo stesso andamento, ma, malgrado la vicinanza del pasto, l’incremento delle glicemie è stato minore.
Effetto della coda del bolo di rapida? Maggiore “pigrizia” del sistema controregolatore causato dal picco glicemico postprandiale?
O colpa dei bioritmi giornalieri? Vedremo… (work in progress).
Altro dato importante: quante volte abbiamo ripetuto che una glicemia elevata non garantisce un bel nulla in termini di protezione dall’ipoglicemia durante lo sforzo?
Due atleti impegnati nella cronoscalata hanno visto le proprie glicemie precipitare nel corso della prova malgrado abbiano prodotto uno sforzo massimale, PROPRIO PERCHE’ SONO PARTITI CON GLICEMIE FRA I 180 I 250 mg/dl. Poco importava che fossero a digiuno o in fase post-prandiale, le glicemie elevate hanno compromesso i fisiologici sistemi di adattamento allo sforzo massimale e le vie deputate al “rifornimento” di glucosio durante lo sforzo.

Vi sembra poco? In due giorni, con tanta buona volontà e quattro soldi abbiamo ottenuto dati DI UTILITA’ IMMEDIATA che per certa classe medica italiana sono fantascienza. E questo è solo l’inizio……purché gli aficionados DNL continuino a crederci e a sostenere il progetto!

Arrivederci a tutti!

Doc Maurizio Sudano © riproduzione consentita purchè si citi la fonte

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Note:
Test lattato con Akray Pro-Lactate 2
Glicemie: Accucheck Mobile – Acchucheck Aviva
Ripetute sui mille svolte sul lungomare di Pescara
Cronoscalata su percorso stradale di 5,2 km e 200d+
12 sperimentatori arruolati: 10 uomini, 2 donne.
1 sperimentatore ciclista non pervenuto (sbaglio di percorso),
Note: 1 sperimentatore podista (F.Podismo) non ha concluso la prima seduta a digiuno.
Nella seconda, in postprandiale, è stato sostituito  (G.Podismo)
1a convocazione: venerdì mattina h 6.45
2a convocazione: sabato pomeriggio h 16.00
Tempi ripetute rilevati con Garmin 910XT e 310XT
Tempi cronoscalata con strumentazione varia in dotazione