DNL al 1° Triathlon dei Monti Lessini
- Cristian Agnoli, categoria “Cacciatore” full distance
- Alessandro Grippo, categoria “Cacciatore” full distance
- Alessandro Bellon, Runner Imbucato
Da sx a dx: Bellon, Agnoli, Grippo
DNL @ Tzimbar Race Triathlon dei Monti Lessini • Erbezzo VR, 23 luglio 2017
“Cacciatori di Tipo 1”
http://www.altalessiniaoutdays.it/tzimbar-race/
La Lessinia, regione montana del veronese abitata dal popolo cimbro, ha ospitato la prima edizione della Tzimbar Race, il triathlon tutto particolare dei Monti Lessini, con partenza e arrivo a Erbezzo (1135 mslm).
Formula originale, tra goliardia e recupero delle tradizione.
Resta comunque cosa seria, perchè correre per 12k e 600 d+ e pedalare su tracciato sterrato a tratti tecnico per 22 k e 800 d+ è di per sè già “tanta roba”, come si dice oggi.
Se ci aggiungiamo il trasporto di una cinquantina di ceppi di legna su una cariola (sgroja), il taglio con sega a mano di tre cilindri di legno da tronchi di spessore variabile tra i 15 e i 20 cm e il tiro della fionda, mettiamo insieme un bel malloppo, svisando tra endurance e destrezza.
Due Di-enne-elle al via, presidentissimo Cristian e il fido Grippo, tornato nel 2017, dopo un lungo periodo di rigetto, alla pratica sportiva agonistica.
Entrambi finisher rispettivamente in 7a e 8a posizione assoluta, appena sopra le 4 ore.
Ovviamente entrambi iscritti nella categoria “cacciatore”, ovvero quella che prevede tutte le prove affrontate da un unico Atleta … il cacciatore appunto.
Trasferimento in jeep con tenda da tetto nella serata di sabato, accampati in prato sfalciato, godendosi la frescura e così farsi trovare pronti sul campo di partenza senza levatacce.
Terzo elemento Alessandro Bellon, che, complice una vacanza in famiglia nel più originale b&b del Lago di Garda, si è aggiunto domenica da imbucato nella frazione “trail”.
Esperienza probante (4h di gara tra endurance e prove cimbre), ma compagnia, panorami, atmosfera e originalità hanno reso un pelino più sopportabile la fatica.
Non saremo Ironman, ma vi assicuro che anche ad un “hunterman” è consentito pavoneggiarsi.
Lasciamo ora ai singoli protagonisti il dettaglio atletico-metabolico-emozionale delle rispettive performance.
#Tzimbar Race Report by Cristian Agnoli
Krakn di kre khint dar bint = Quando gracchiano i corvi arriva il vento (proverbio cimbro)
Imbattutomi per caso nel sito di questa gara, mi sono subito entusiasmato e senza esitazioni, mi sono iscritto come “cacciatore” (cercando di coinvolgere altri personaggi adatti al genere) anche per staccare un po’ di testa dal trail e dagli imminenti, e forse non ben ponderati, impegni agonistici sulle lunghe distanze.
Nonostante la mancanza di una mtb e le temutissime prove cimbre, ho accettato la sfida e mentre scrivo queste righe mi gongolo godendomi il mio titolo di “cacciatore”, per me unico, irripetibile e prestigiosissimo (alla faccia della “ironmanizzazione” dello sport).
#ATLETICAMENTE
Frazione Trail: 12k x 600 d+
Percorso trail mediamente impegnativo in salita, ma piuttosto agevole in discesa.
Ho chiuso la frazione al primo posto tra i “cacciatori” ovvero i “full distance”. Il tempo impiegato e il passo km non sono indicativi in quanti i primi 12-15 della classifica, incluso il sottoscritto e l’imbucato Bellon, hanno sbagliato percorso al 3° km circa, percorrendo da 1,5 a 2 km in più nell’andirivieni con relativo stop, discussione, imprecazioni e insulti (ahimè sì anche in una gara goliardica la gente sta incazzata nera). Della serie quando si corre a testa bassa … Dal 4° km ho corso “tirato” dall’amico Tor anche lui sul percorso da imbucato.
Le frequenze cardiache mi dicono che sono stato tra zona 2 e 3 ovvero senza fuori giri (FCM 162, zona 1 18% zona 2 49% zona 3% 26%) a maggior ragione se consideriamo il dislivello che alza un po’, fisiologicamente, i battiti a parità di impegno avvertito. Di conseguenza le integrazioni (vedi sotto). Ho corso un po’ col freno a mano tirato, cercando di non spremermi troppo in vista a) della successiva frazione in bici cui non sapevo bene come avrei reagito b) del fatto che venerdì 28 sarò al via della SudTirol UltraSkyrace da 121k e 7500 d+.

Frazione MTB 22k x 800 d+
In zona cambio arrivo riposato di gambe, e non risento dell’adattamento alla pedalata, anche perchè si va subito in discesa. Dopo 200 metri vengo superato, sulla destra!, dal secondo in classifica, veramente “cattivissimo”, quello che poi andrà a vincere la gara.
Tracciato più ostico del previsto e decisamente inadatto per un neofita non allenato su terreni accidentati in bici, a maggior ragione se si utilizza una gravel Cannondale Slate con copertoncini slick e 36×28 come rapporto più agile. Immaginavo un percorso su terra battuta e qualche sentierino non particolarmente impegnativo dove procedere agile e senza eccessivo impegno muscolare, mentre gli organizzatori hanno proposto salite per lo più dure e discese da mtb vera. Anche nelle erte meno ripide, quando sassose, mi era più agevole spingere la bici o ricorrere al portage. Aver fatto montare (come da molti consigliatomi) il 32 posteriore e abbassare la pressione dei pneumatici non sarebbe stata una cattiva idea.
Nelle discese tecniche non sono riuscito a mollare sia per incapacità sia per limitare i rischi di caduta (infortunio).
La mia Slate in zona transizione però spaccava ed era la più ammirata.
Giunto in t2, indosso abiti da “cacciatore” (cappello di lana e camicia a quadrettoni: perchè l’immagine è tutto e io volevo essere “cacciatore dentro ma anche fuori”) e al piccolo trotto, tra vicoli e scale, giungo all’area delle Prove Cimbre:
- Trasporto Legna: una carriola (sgroja) vuota da un lato e una catasta di ceppi di legno dall’altro da caricare. Effettuo a pieno carico il giro dell’isolato, un saliscendi di circa 150 metri facendo attenzione a non far cadere pezzi (altirmenti un giro di penalità). Muovendomi con cautela, onde evitare penalità, ho chiuso la prova piuttosto agevolmente e senza sprecare energie.
- Taglio Legna: una sega a mano, un tronco di legno di diametro variabile (si va a fortuna!) su cui effettuari 3 tagli completi e perpendicolari (3 cilindri di legno), ciascuno su una delle estremità del tronco di legno. Un piccolo inghippo organizzativo mi ha qui limitato e rallentato: non c’erano seghe e tronchi disponibili al mio arrivo. Ho dunque dovuto aspettare qualche minuto (circa 10). Ne ho approfittato per rinfrescarmi e mangiare una pesca. Quando finalmente ho iniziato, il tronco che mi è capitato era particolarmente duro e di diametro superiore alla media, così come spiegatomi da un anziano signore che mi osservava in azione. Sono riuscito però a ottenere tre cilindri di pregevole fattura (nonostante l’azione di disturbo di una coppia di media età che continuava a darmi consigli e dritte su come si taglia la legna con tono saccente cui ho replicato con piglio ironico deciso ….). La direzione gara mi ha concesso poi di trattenere e portare a casa come oggetto ricordo i pregiati reperti in legno. Peccato non ci fossero gli abbuoni per la qualità del taglio: esecuzione perfetta. Avrei potuto guadagnare parecchie posizioni in classifica! Invece ho rischiato il recupero da parte di un Grippo formidabile nelle prove cimbre.
Tiro al Bersaglio> una fionda, un bersaglio di latta, 2 sassi. Appoggiati i tre pezzi di legno della prova precedente, agguanto la fionda (oggetto che non usavo da almeno 40 anni credo) e sparo a vuoto i primi due colpi. Azz! Un giro del parco pubblico di corsa come penalità. Torno in postazione, sbaglio il primo colpo ma azzecco il secondo. Yeah! Sprint finale con ampia falcata nonostante le calzature da bici. Soddisfatto, Brillante. E complimenti dallo speaker per il “copricapo, davvero molto bello!”.
#METABOLICAMENTE (da leggere unitamente allo specchietto Tzimbarbook)
Profilo basale> nessuna modifica. 14 ui standard in DEGLUDEC.
AlimentazIone > mi ero ripromesso morigeratezza nella composizione dei pasti, nella quantità e nell’assunzione di bevande luppolose nel pre e post gara.
Giunti ad Erbezzo la sera per ora di cena, l’unico ristorante del paese era inacessibile a causa del sovraffollamento. Abbiamo ripiegato sul chioschetto e siamo andati di panino con porchetta, peperoni e cipolla (45 cho circa) birra bianca da 30 cc (cho 12?) e l’immancabile vaschetta di patatine fritte (35 cho circa) tanto per farsi del male e mandare a quel paese l’ultimo residuo di buoni propositi.
A seguire una birra media (18 cho), sempre bianca, nel bar attiguo con pacchetto da di chips diviso in due (ca 20 gr cho a testa) e un croccante all’amarena confezionato Algida (25 gr di cho). Bolo combo spalmato su più ore, che mi ha permesso un risveglio in normoglicemia nonostante qualche picco hors categorie nelle prime ore notturne.
Giorno della gara : niente colazione, solo un caffe’. 5 minuti prima della partenza 30 cho in forma di maltodestrine e sali discioltI in 50 cc acqua.
In gara> 28 cho maltodestrine dopo 1h di corsa. Per la frazione podistica, quella che ho fatto più in spinta (zona 2 e 3 sempre), ho assunto 60 gr di cho (0,7 cho pro ora pro kg)
Frazione bici: 28 cho dopo 30 minuti d, 22 di gel rapido explosive dopo 1h20, 20 cho al ristoro (mezza bottiglia energade) dopo 1h45 circa. Tot. 70 cho 0,50 cho pro kg pro ora. Consumi minori, legati ai ritmi più bassi con cui ho affrontato la prova, con parecchi tratti in “portage” e la mancanza di rapporti adeguati (anche se ero cmq provato muscolarmente e forse avrei dovuto integrare un pochino di più a metà). Ho sofferto la sete avendo finito la borraccia presto ed essendo il ristoro posizionato al 17°km sui 22 previsti!
Tre bicchieri d’acqua prima di iniziare le prove cimbre (30 minuti di durata con pause varie), 1 pesca e mezzo litro d’acqua durante la prova del taglio tronco (la più impegnativa). 10 cho in totale ovvero meno di 0,1 cho pro ora pro kg.
Dopo gara> Glicemia finale 103. Acqua e 1 birra da 30 cc. Entro un’ora, dopo lavata alla come riesce pasto con gnocchi di malga, wurstel e patatine, 1 panino piccolo, macedonia di fragole con zucchero, caffe’. Dopo 4 h e il titolo di cacciatore in tasca tutto è concesso e anche il nostro imperfetto metabolismo riconosce i giusti meriti e ci tiene in perfetto compenso, anche con pizza e gelato a cena sul caldo e ventilato lungolago di Garda.
#Grippo Race Report
[work in progress]

Bellon Race Report
[work in progress]