Una Granfondo lunga un Ironman
testo e gambe di Daniel Norman, #ditipo1, Firenze (ora fissa dimora)

La Maiorca 312, una granfondo appunto di 312 km e 5.100 metri di dislivello nell’isola di Maiorca, è stato il primo dei miei tre maggiori appuntamenti ciclistici del 2017 e senza dubbio per chilometraggio anche il più impegnativo (senza ovviamente nulla togliere alla Nove colli e alla Maratona delle Dolomiti che rappresentano i miei prossimi obbiettivi).
Partendo con una preparazione specifica da dicembre 2017 sono arrivato all’appuntamento facendo circa 1.000 km al mese in bici e soprattutto passando molto tempo in sella considerando anche le uscite in mountain bike nei mesi particolarmente rigidi.
Anche dal punto di vista glicemico le pre-condizioni sono state ideali con una emoglobina glicata di 6.3 (la mia migliore di sempre).
Con un ottimo controllo glicemico, gambe allenate e testa super carica e piena di felicità arrivo a Maiorca il lunedì, 5 giorni prima della gara, per fare anche una bella vacanza e pedalare sul percorso della gara. Ad accompagnarmi ce mio padre, anche lui appassionato ciclista, e insieme pedaliamo ogni giorno studiando le strade e il percorso.
Da veri pummarola pro ovviamente a due giorni dalla gara facciamo scarico e il giorno prima solo una sgambata di sessanta km per sciogliere la gamba.
Il giorno della gara sveglia alla 5.30 e colazione leggere con 2 fette di pane e marmellata e una fetta con formaggio.
Con più di 5.000 partecipanti so già che nei primi rifornimenti troverò molta ressa, per cui parto con le tasche cariche di barette e gel in modo da poter integrare con costanza cosi come “imparato” nello stage diabetenolimits.
Partenza alle sette, prima parte pianeggiante ma dopo 30 km inizia la prima salita per scaldarsi le gambe. Mi sento molto bene e già dalle prime salite pur dando un occhio al cardio per non andare subito fuori giri inizio a recuperare molte posizioni, mi sento in gran forma e con voglia di fare un ottimo tempo; l’obbiettivo sono i 30km/h di media.
La voglia di strafare e un po’ di incoscienza mi portano a spingere forte anche in discesa e al km 130 cado proprio in una curva nella scollinare la quinta delle otto salite di giornata.
Mi rialzo e per fortuna non mi sono fatto troppo male ma il morale a questo punto è a terra. Ho ovviamente graffiato la bici (ndr. per fortuna solo il manubrio) e sciupato un po’ il completino assos appena comprato. Mi girano molto le scatole e mi sento uno stupido per essere stato cosi incosciente per niente. In fondo a chi veramente importava con quanto chiudessi questa gran fondo.
Passo circa un’ora con il morale a terra finché non mi ritrovo in un gruppetto di due –tre ragazzi che vanno forte, la strada tutta in pianura e dandoci cambi regolari iniziamo di nuovo a menare. Alla fine rimango con un ragazzo tedesco (ndr. arriviamo insieme all’arrivo) e negli ultimi 50 km mi sento veramente benissimo e riesco a tirare fino al traguardo.
La gioia è amara per la caduta e i danni materiali fatti anche se ovviamente a mente fredda sono felice. Felice di aver fatto questa gran fondo immersa in paesaggi magnifici, felice di aver trovato compagni di gara con cui abbiamo formato un bel team e con cui sono ancora in contatto ma soprattutto felice di non essermi fatto niente e di stare bene.
Il controllo della glicemia è stato ottimale. Ho integrato con regolarità con barrette, gel, panini al formaggio (due) e bevande con Sali e malto destrine. Ho controllato la glicemia due volte sole. In entrambi casi valori intorno a 130. Lo stage diabetenolimits è stato di grande aiuto per aver consapevolezza di tutto ciò.