[work in progress]
Dalla Costa Azzurra alle Langhe
Sei gioni in autunnale a colpi di pedale su strade di media e alta montagna: tra Costa Azzura, Alta Provenza e Langhe
[4>9 ottobre 2021]
570k 11700+
Gus, Cri (6 giorni) e Grip (3 giorni)
[work in progress]
Pedalato e faticato da Cristian, Gus & Grip (ottobre 2021)
Messo nero su bianco da Cristian (giugno 2023)
A quasi due anni di distanza, ecco il report di viaggio France 50.
Covid, mascherine, green pass, campagna vaccinale, novax, sindaci sceriffi, medici e virologi in tivù h 24, tamponi, quarantene, #andràtuttobene, guanti, igienizzante, le canzoni sul balcone … sembra una vita fa. E io dico, per fortuna!
“FALL IN” … Ci giochiamo tutto: sei giorni in autunnale a colpi di pedale su strade di media e alta montagna nella Regione Provence-Alpes-Cote d’Azur (o PACA se preferite).
France 50 … cinquanta come gli anni sulle spalle del pusharder dei viaggi verso/fuori casa che fresco fresco dai festeggiamenti selezionò un ristretto parterre di cicloviaggiatori in base al valore del C-peptide. Dunque una proposta per fedelissimi di tipo 1 provando a condividere esperienze, strategie e passioni.
Fu così che il pusharder del Lago di Garda si incontrò con Gus da Rocca di Papa e Grip l’Aretino in quel di Ventimiglia per imbandire una scorpacciata di paesaggi da gustare rigorosamente sui pedali.
Un menù gourmande così composto: primo piatto Costa Azzurra al Col du Turini e Prealpi d’Azur, secondo piatto Alta Provenza con contorno di Col de Champs e Col de la Sinne. Dulcis in fondo le Langhe, passando dalla doppietta Col della Lombarda (2351m), Mercantour – Passo Fauniera (2480m), Alpi Cozie.
Per il Grippo solo prima e seconda portata, senza contorno e senza dessert. Ma non si può conciliare il titolo di padre dell’anno con quello di passenger. Per lui rientro anticipato.
Un formidabile trio, ma quando ne fanno parte neo 50enni, over 40enni e over 50enni gli acciacchi sono all’ordine del giorno: per lo scrivente un ginocchio ballerino, per il Gus il gomito del tennista e per il Grip già dalle prime ore di bici problemi al sottosella.
Ma in qualche modo la sfangheremo … if you can dream it, you can do it.
D ZERO > DOM 3 OTTOBRE
Giornata di trasferimenti.
Gus da Roma raggiunge Grip ad Arezzo per poi condividere la seconda parte della trasferta fino al meeting point di Ventimiglia previsto per la tarda mattinata di lunedì 4 ottobre.
Per Cristian trasferimento in auto a Trinità di Fossano presso Melishop Tuttocioccolato, meta finale del viaggio.
Cena con gli amici Giuliano e Gianluca in ottima trattoria di specialità piemontesi e a letto un po’ abbevazzato verso la mezzanotte, accovacciato nella jeep adibita a minivan.
D1 > LUN 4 OTTOBRE
Ventimiglia (IM) Liguria, Italia-Col du Turini Roquette Var, Alpes Maritimes, Francia
Cristian: trasferimento in Treno a Ventimiglia da Mondovì dopo 14 km in bici di prima mattina al buio.
Fossano OUT 5.45, Mondovì in h 6.40.
Treno delle 7.03. Un improvviso nubrifagio causa ritardi e la perdita della coincidenza a Savona.
Arrivo a Ventimiglia solo dopo le 12.30 con Gus e Grip già in sella alle loro bici fuori dalla stazione.
Partenza h 13.00, con quasi tre ore di ritardo rispetto alla tabella di marcia prevista. Vedremo dove riusciremo ad arrivare. Obiettivo minimo il Col du Turini.
Percorriamo la parte iniziale della Valle Roja per attaccare il primo Gpm della giornata: il col de Vescavo (478 m) ci porta in Francia lungo la val Bevera.
Un’accogliente area picnic per un frugale pasto addentando i nostri paninazzi imbottiti.
Scendiamo verso Sospel ma assieme a noi scende anche la pioggia.
Allerta arancione con tempeste in tutta la regione come si evince dalla scritta sull’insegna luminosa che precede la deviazione per il Col du Turini (24k, 1250+, pend.media 5,2% max 13,5%).
In assetto antipioggia iniziamo la lunga ascesa al mitico colle, che affrontiamo dal versante percorso normalmente dal Rally di Monte Carlo.
Se Anton Pieck avesse disegnato una montagna alpina nel bosco delle fiabe di Efteling, sarebbe senza dubbio assomigliato al Turini (cit. Climbfinder.com)
Gus già al top della forma balza in avanti, mentre Cristian e Grip, più guardinghi, si muovono su ritmi più blandi e sostenibili. Una cotta il primo giorno sarebbe letale.
Tra foto, scatti e controscatti, procediamo gestendo ognuno a proprio modo ritmi, integrazioni e forze. Siamo alla vetta ben oltre le 17.30 e, riempite le borracce alla fontana, ci concediamo una breve sosta per recuperare le forze e decidere cosa sarà di noi stasera.
Rifugio ed hotel del passo sono chiusi, ma sulla sinistra avvistiamo in lontananza l’insegna ”Delices Provencaux” con le luci accese. Non solo bistrot ma anche Chambre d’hôtes: il Logis de la Source gestito da Hervè & Christian. Ci mostrano la stanza tripla che fa proprio al caso nostro. Non ci facciamo scappare l’occasione a 90€ in tre per una notte di previste tempeste e allerta meteo.
Cena con aromatiche birre locali e delicatessen dolci e salate.
Tappa breve ed intensa: solo 52 km e ben 1800 metri di dislivello positivo. Può bastare come avviamento alla 6 giorni.
E anche oggi si campeggia domani!
D2 > martedì 5 ottobre
Col du Turini Roquette Var, Alpes Maritimes, Francia – St. Julien du Verdon Castellane Alpes Haute Provence, Francia
E dopo il temporale, arriva il sereno.
Si parte in discesa, ben coperti, direzione La Bollène sur Vesubie e a seguire Lantosque. Pedaliamo lungo le Gorges de la Vesubie, affluente del Var. Tornanti veloci si susseguono con innumerevoli punti panoramici.
Nella seconda parte invece soni i cantieri stradali per la messa in sicurezza di ponti e argini a susseguirsi. Sono i danni collaterali di frane e alluvioni dell’anno precedente. La Vesubie disastrata.
Ho lasciato i miei occhiali in stanza e me ne accorgo troppo tardi. Ma una telefonata e i bravi gestori si impegnano a spedirmeli. Toglietemi tutto tranne i miei …. SUTRO!
Giunti nella valle del Var ci concediamo una pausa caffè: estraggo con orgoglio fornelletto e pentolino, mentre Gus e Grip comprano croissant e pain au chocolat nella patisserie locale. Dopo novanta minuti e più a digiuno, è ora di ingurgitare qualche cosa di buono accompagnato da qualcosa di caldo.
Google maps in modalità bicicletta per l’ennesima volta ci frega. E finiamo in una strada che poi diventa un sentiero, che poi è chiuso e che ci tocca tornare indietro.
Meglio limitarsi a seguire le strade segnate sulla mappa cartacea 1:200.000.
Si riprende a salire. E oggi ne faremo di salita.
Risaliamo fino a Roccasterona, porta d’ingresso al Parco Naturale Regionale delle Prealpi D’Azur.
Una provvidenziale farmacia aperta consente al buon Grip l’acquisto di una miracolosa pomata per lenire il bruciore lì dove non batte il sole.
Bei villaggi medievali come Le Mas e Saint Auban, risalendo passi minori intorno ai 1000 metri di quota, dalle pendenze dolci ma che si fanno sentire. Strade dipartimentali, con pochissimo traffico, a parte un rally di regolarità con auto rombanti che sfrecciano tra un tornante e l’altro.
Il Grippo sbotta all’ennesima promessa sosta mancata. E’ che in certi viaggi non è possibile fare soste troppo lunghe. Il picco ipoglicemico rende nervosi e irascibili. Il picco iperglicemico ballerini.
Il fiume Esteron sotto di noi, le montagne d’Azur sopra di noi. Curve e controcurve, il ponte d’Auglin … WOW!
Gallerie, muretti, strettoie, gole, precipizi.
Che bello pedalare in Francia!
Tappa impegnativa, meteo in peggioramento. Supermercati e bar chiusi: per fortuna la fontana sgorga acqua fresca e un bel thè caldo grazie al fornelletto è garantito.
Nemmeno i consigli di una dipendente del comune di Saint Auban si rivelano utili. Anche l’epicerie di Soleilhas è chiusa.
Campin Fermė? Non ci resta che proseguire e scalare anche il Col de Bernabè, duro a tratti ( 3.6k 250+, pend media 6.7% pend max 12.7%) e scendere in picchiata verso il lago di Chatillon.
Pioggia breve ma battente.
A Saint Julien du Verdon finalmente è campeggio. Alla reception non c’è nessuno, solo un cartello con un numero di telefono. Una gentile ragazza risponde diicendo che è al mare in Costa Azzurra e che il campeggio è chiuso in questi giorni, ma quando capisce che siamo tre ciclisti in tenda ci dice di accamparci senza problemi gratuitamente e ci spiega anche come usare le docce con l’acqua calda.
Non ci resta che trovare un ristorante aperto, visto che anche oggi la spesa si fa domani.
Mentre ci accampiamo tra scorci di pioggia, mandiamo il Gus in perlustrazione al supposto ristorante. Missione compiuta: Restaurant Le Pinadoux ouvert!
Grande esperienza. Gestore baffone che alla nostra domanda sull’esibizione del Green Pass risponde: Je m’en fous! (Me ne fotto!)
Servizio preciso, cibo ottimo e abbondante
Non ci resta che addormentarci nelle nostre tendine al camping du Lac. Doppia per me e Gus, singola per il Grip.
130km e 2200+ facilitano l’appisolo.
D3> MER 6 OTTOBRE
St.Julien du Verdon, Castellane, Alpes Haute Provence, Francia – St.Martin d’Entraunes, Grasse, Alpes Maritimes, Francia
Colazione frugale sotto la tettoia di un bungalow in legno. Il distributore automatico di bevande e snack è spento, ma basta collegare la spina e infilare le monete. Funziona! M&M’s per tutti.
Oggi il gruppo si separa, ma non prima di pedalare tutti assieme una mezza giornata per strade bellissime.
Aria pungente di prima mattina salendo la dolce asperità del colle di Tout Aures fino a sfiorare i 1000 mt di quota.
Zero traffico anche se siamo su una nazionale, quelle che sulla cartina Michelin sono segnate in rosso e di solito cerco di evitarle.
Breve discesa fino a deviare a destra per la D10 direzione Ubraye. D come dipartimentale, quelle segnate in bianco sulla mappa, e che promettono sempre bene. Anche il Grip fu contestatore deve riconoscere ora che la bellezza di codeste stradelle vale la fatica nel percorrerle.
Rientriamo nel Parco Regionale delle Prealpes d’Azur, terrazza sui primi contrafforti montagnosi delle Alpi Marittime.
Un patrimonio di meraviglia: si alternano altipiani, foreste, gole, muretti a secco e villaggi pittoreschi arroccati con fontane, lavatoi, cappelle e frantoi.
Paesaggi rurali tra pascoli e cascine, tra trattori e maneggi.
Pedaliamo circondati dalla foresta de la Chatanne. Foliage non pervenuto. Il verde predomina ancora sui colori dell’autunno.
In sequenza Col de Laval (1100m), discesa verso Val de Chalvagne e col de Féline (986m). Il caldo è quasi estivo.
Gole profonde scavate dai fiumi, gole arse le nostre per la sete.
Fantastica discesa verso Entrevaux con paesini medievali abbarbicati sulle rocce che osserviamo con gli occhi sgranati dalla meraviglia mentre tiriamo staccate al limite in un susseguirsi di tornanti.
Lunch break: è il momento degli addii.
Grip vira a destra direzione Nizza e poi treno per Ventimiglia con recupero auto. Per lui solo tre gioni: il richiamo della famiglia.
Cri & Gus a sinistra verso i primi passi alpini dell’Alta Provenza: il richiamo della montagna!
Tratto interlocutorio sulla Nazionale 202, rossa, prima di innestarsi sulla D direzione Annot. Lunga, calda ma pedalabile ascensione al colle de la Saint Michel. Poca ombra. Nella parte iniziale sale dritta costeggiando la linea ferroviaria del Train des Pignes con le fermate a chiamata.
Poi vira a ovest e diventa strada di montagna vera. 17 km per 750 metri di dislivello con una pendenza media del 4,4% (max 10%).
Saliamo di buon passo, suonandocele di santa ragione con lievi progressioni sempre predilegendo l’agilità. Muti ma decisi.
Ai 1470 metri finalmente il passo è conquistato dopo un lungo traverso in falsopiano.
Discesa veloce e tortuosa superando un improbabile ciclovacanziere con bici bizzarra e carica all’inverosimile.
Siamo a valle e pedaliamo ora lungo il fiume Verdon variando tra strada principale e strade interne sulla route de Grenoble.
Ora alla disperata ricerca di un supermercato aperto nel mese di ottobre nei paesini di montagna ai tempi del coronavirus.
Per fortuna che il buon Cristian custodisce una preziosa busta di brodo e pastina, del formaggio e un po’ di pane raffermo nel fondo delle borse. E che due birre e qualche snack dozzinale li abbiamo trovati al negozio della pompa di benzina di Colmars les Alpes, piccolo paesino alle porte del parco del Mercantour, quota 1200.
Dopo alcune esitazioni decidiamo di proseguire a oltranza. Siamo comunque autosufficienti per campeggio e cena anche se non si tratterà di un succulento banchetto.
Col de Champs. Con i suoi 2070 m è il nostro primo over 2000 d’ottobre. Salita probante anche se sono solo 820 metri di dislivello in circa 12 km (pendenza media 7.1%, max 12%). Ma quando le gambe girano e ci si stimola a vicenda…. Gus sempre brillante, ma anche lo scrivente comincia a trovare la gamba dei tempi migliori.
Scolliniamo poco prima delle 18. L’ambiente è alpino, strada dal fondo irregolare, ma panorami strepitosi. Il passo è battuto da venti gelidi.
I guanti di Gus si rivelano non all’altezza. Indossiamo tutto quanto abbiamo nelle borse e ci lanciamo in picchiata.
La faccia di Gus è emblematica sulle condizioni delle sue mani. Ghiacciate.
Tra alpeggi, alberghi chiusi e tornanti velocissimi arriviamo a Saint Martin d’Entraunes, con una bella insegna che indica a 2 km l’hotel del paese.
Sguardo d’intesa di Gus, alla ricerca di un consenso per l’albergo. Ammicco per un istante ma neanche il tempo di immaginare il comfort di un albergo che sulla curva compare un parco giochi in posizione discreta e riservata. Convinco Gus a fermarci qui. Muretto che ripara dal vento, panchine, una fontana poco più su dove fare acqua. Qui campeggeremo, cucineremo con il poco cibo delle nostre scorte un menu indimenticabile a base di brodo con pastina, formaggio, pane, snack salati e un paio di birre addolcite da pere e mele raccolte dagli alberi del parco.
Belli incappucciati ci infiliamo nella tenda felici come bambini … e per fortuna che non siamo andati in cerca dell’albergo perchè il giorno dopo avremmo scoperto essere …. CHIUSO!
120k con ben 2600+.
D4> GIO 7 OTTOBRE
Saint Martin d’Entraunes, Grasse, Alpes Maritimes, Francia – Isola, St.Etienne-de-Tinee, Alpes Maritimes, Francia
La notte nel parco giochi una meraviglia. Silenzio, qualche rumore di animali selvatici … forse cinghiali.
Siamo a 1200 metri e ci sono 2 o 3 gradi sopra lo zero.
Prima ora in ombra, a battere i denti per il freddo. Solo a Guillames ci concediamo la colazione a base di Cafè au lati e croissant. Ve le raccomando le facce dei montanari francesi a colazione.
Il sole esce tra le montagne e riscalda la fredda valle. Noi entriamo nella incredibile e spettacolare strada che percorre in discesa le gorge del Daluis tra gallerie, curve e controcurve, pareti rocciose e gole profondissime scavate dal fiume.
Ritorniamo a valle e ripercorriamo un breve tratto di nazionale già percorso il giorno precedente: a dire al vero per un errore di navigazione legato a dei lavori in corso abbiamo saltato la prevista salita gravel al Col de Saint Légere. Risparmiamo dislivello ma allunghiamo in chilometri.
Nemmeno sulla nazionale troviamo un market aperto e nemmeno a Puget-Thènier. Ci pentiamo di non aver fatto scorte a Guillaumes.
Proseguiamo per le gorges de Cians (D28) e riprendiamo a salire. Fondo perfetto e qualche tornante fino al bivio per Pierlas. La strada inzia a lambire pareti rocciose e si fa stretta e ripida. A tratti l’asfalto è bello ruvido. Rumori dalla ruota posteriore di Gus: gomma a terra, nonostante il salsicciotto antiforatura. Saltato anche un raggio.
Tagliamo in diagonale le montagne fino al borgo montano di Pierlas dove un ristorante è in teoria aperto ma in pratica fa solo servizio bar. Non c’è modo di farsi dare un tozzo di pane. Ci accontentiamo di bere qualcosa di fresco accompagnato da noccioline o cacahouttes se preferite.
Proviamo a sistemare la ruota posteriore ma il kit di lattice del Gus risale all’anteguerra e non funziona.
I tetti di pietra del bel paesino sullo sfondo mentre, sotto un bel sole che sembra estate, risaliamo gli ultimi metri di dislivello. I più duri. Una favolosa radura prativa ai 1437 metri del Col de la Sinne è il luogo ideale per fare un pit stop e provare a risolvere definitivamente il problema alla ruota. La soluzione è montare la mia camera d’aria da 27.5 pollici sulla sua ruota da 29.
Perdiamo una buona mezzoretta, ma alla fine riusciamo a portare in pressione la posteriore del Gus. Ora possiamo lanciarci in picchiata verso la valle della Tinée senza paura di affrontare i tuortuosi e stretti tornanti. Spettacolo.
Anche a Illonse tutto chiuso. La M2209 è segnata in giallo ed è uno di quegli stradoni di valle che sale sempre tra al ¾% con un po’ di traffico in più.
Anche a St. Saveur non ci sono negozi o bar aperti. Proseguiamo a Isola, nostra meta finale, dove un rifornitissimo minimarket della catena Proxi è aperto fino alle 20.30.
Spesa abbondante. Ispezione al campeggio locale, chiuso, ma accessibile dalla ciclabile lungofiume. Non ci piace, e preferiamo accamparci nel parco del paese, riparati dietro la chiesetta romanica in maniera da non farci notare troppo. Ma i francesi su questo sono molto easy.
Aspettiamo che sia buio per piantare le tende e nel mentre cuciniamo una splendida cena sfruttando tavoli e panche.
Una pompa a manovella ci dona tutta l’acqua di cui abbiamo bisogno.
Fornello, pentolini, chef Cris e Gus buongustaio … ha capito che deve dire che è tutto ottimo e abbondante o lo meno!
115k e 1700+.
D5 > VEN 8 OTTOBRE
Isola, St.Etienne-de-Tinee, Alpes Maritimes, Francia-Rifugio Fauniera, Castelmagno,CN, Piemonte, Italia
Oggi è il giorno del tappone alpino con doppio passo. Colle della Lombarda e Colle della Fauniera. 3300+ in 80 km. Si torna in Italia.
Pernotteremo al rifugio Fauniera, dove abbiamo già riservato la mezza pensione.
Partiamo di buon’ora.
Cielo nuvoloso. Salita verso il confine italiano. 1486d+ in 20,6 km al 7.2% di pendenza media. Pendenza massima 17%. Pedaliamo spediti facendo finta di non darcele di santa ragione. La parte più rotonda è la centrale, mentre si inizia con rampe al 10%. Da Isola 2000 il tratto più cattivo forse anche per la quota, i km nelle gambe e il freddo. Anche qui ci stimoliamo a vicenda con lievi accelerazioni sfruttando tutti i rapporti a disposizione.
Col de la Lombarde a 2351 metri, tutto chiuso ovviamente. Anche il cielo. Grigio e vento gelido.
Qualche auto, qualche moto. Sopra di noi l’omonima cima a quota 2800 e un paesaggio di roccia rossa.
Indossiamo tutto quello che abbiamo e ci fiondiamo in discesa. Interminabile, velocissima, freddissima. Nel finale la strada segue il fiume Sant’Anna e ci porta a Vinadio. Da qui per ciclabile percorriamo la valle Stura fino a Demonte.
Addentiamo un mega paninazzo al bar Miramonti.
E poi via per il colle della Fauniera.
Altri 1700 metri di dislivello in 25 km, pendenza media 7%, massima 14%, a pieno carico.
Salendo di quota la fatica aumenta, ma pedalare in questi scenari aiuta a superare anche i tratti con le pendenze più importanti. Oramai è guerra, scatti e controscatti silenti, tra gel e integratori per non rimanere senza benzina. La parte più impegnativa è quella centrale, dopo località San Giacomo e fino al rifugio Carbonetto a quota 1874. Poi alle pendenze si aggiunge la quota, ma trovare una giornata così in ottobre è grazia di Dio.
Il colle non arriva mai, ma negli ultimi chilometri è più un falsopiano con viste spaziali a 360 gradi.
Colle del Vallonetto a quota 2447, il passo è qualche centinaio di metri più avanti. Ultimo strappetto dove rilanciare ancora miracolosamente fino a coronare la lunghissima ascesa con la foto al monumento dedicato a Marco Pantani. Siamo nel cuore delle Alpi Cozie a quota 2481 m.
Un paio di chilometri più sotto il modernissimo e fichissimo rifugio Fauniera a quota 2300 ci aspetta.
Il rifugio offre il servizio StarsBOX, casette in legno con tetto a vista, dove puoi addormentati facendoti cullare dalla Via Lattea, e risvegliarti godendoti una meravigliosa alba sotto le coperte con una vista panoramica a perdita d’occhio sulla pianura.
Per noi un semplice letto a castello in camerata con pareti in plexligass come da normativa per la prevenzione del Covid.
Ci è concesso di portare le bici in stanza, anche perchè siamo solo noi.
Aperitivo a base di birra, pane, salumi e formaggi locali.
Al Rifugio Fauniera puoi rilassarti nella sauna finlandese, immersa nel verde, e goderti il panorama dopo una giornata di fatiche.
Ma è già stata prenotata da una coppietta con ciabattine e accappatoio bianco che se ne esce tenendo in mano un aperol spritz.
Ultimi sprazzi di luce per scattare qualche foto, osservare le cime circostanti e scambiare brillante conversazione con gestore e maestranze,
Oggi c’è il tempo di compilare il taccuino di viaggio seduti comodi comodi, mettendo nero su bianco, a imperitura memoria, i ricordi di questo straordinario e impegnativo cicloviaggio condiviso.
Altro che campeggio libero, qui siamo al rifugismo d’élite per clientela fighetta del terzo millennio.
Doccia bollente, finalmente dopo due giorni inselvatichiti ne avevamo bisogno.
Panorami spaziali. Temperature invernali con il calare del sole. Ma noi siamo al calduccio.
Cena con tagliata di scottona, patate e dolcino.
Stasera ci va di lusso e ci trattiamo da signori, anche se a noi va bene tutto.
3300+ in soli 83km.
D6> SAB 9 OTTOBRE
Rifugio Fauniera, Castelmagno (CN), Piemonte, Italia – Tuttocioccolato Fossano fraz. Trinità (CN), Piemonte, Italia
E’ tutta discesa. Da percorrere con prudenza e con staccate precise precise.
Assetto grande freddo fino a Castelmagno.
Poi siamo nella Valgrana.. Le gambe girano e voliamo a tutto gas … o Gus?
Per itinerario misto asfalto sterrato, tra campagna, pascoli e meleti, arriviamo poco dopo ora di pranzo a Trinità di Fossano.
Un aperitivo brunch organizzato per noi da Tuttocioccolato con un comitato d’accoglienza eccezionale.
Non solo maitre chocolatier dei più buoni cioccolatini del mondo ma anche gustosissimi piatti salati e selezione di vini pregiati. Tuttocioccolato-ato-ato-ato e le ripetizioni ci stanno tutte … cioccolatoooo … alla Homer Simpson!
Vecchi amici della DNL per un monento conviviale, tanto intenso quanto breve.
Flixbus attende Gus a Torino e ce lo devo accompagnare con il mio Massif.
La famiglia attende il ritorno a casa del padre viaggiatore.
6 tappe intensissime …. Alla fine non sono solo i lunghi viaggi a regalare emozioni, ma le strade giuste!
Dimenticavo … solo 70km solo 100+, ma ci siamo divertiti anche oggi. Eccome se ci siamo divertiti!
EXTRADIZIONE DI TIPO 1
Solo per addetti ai lavori
Breve ma denso di contenuti